Capita che otto anni dopo che hai sollevato, sotto il cielo di Berlino, una Coppa del Mondo (pur senza mai essere impiegato), non ci sia più un posto per te nel calcio che conta. Capita che a 32 anni, dopo 314 presenze tra Serie A e coppe nazionali e internazionali (ultima gara disputata lo scorso 11 maggio, Atalanta-Milan, terminata 2-1), si scelga di rimettersi completamente in gioco.
È la storia di Marco Amelia, portiere che nelle ultime quattro stagioni ha difeso, seppur spesso come secondo, la porta del Milan. In diverse occasioni è stato vicino a vestire la maglia del Cagliari, ma il passaggio non si è concretizzato, prima per un rifiuto dell’estremo difensore a uno scambio con Marchetti, poi perché la società sarda, anche nel corso delle ultime due finestre di mercato, non l’ha giudicato adeguato in termini tecnici ed economici.
Attualmente il portiere, svincolato dal club rossonero, ha deciso di tesserarsi con il Rocca Priora, squadra del paese (vicino a Frascati) di cui è originario, e che milita nel campionato di Promozione. Il ragazzo, divenuto presidente onorario della società, ha voluto dare attivamente una mano per aiutare i suoi nuovi compagni a risalire in classifica (sono quintultimi con 14 reti subite in 7 partite), volendo difendere la porta e non essere esclusivamente un dirigente.
Una bella storia, in un calcio dove sarebbe il caso venisse messo più spesso al primo posto l’amore per lo sport, senza che il dio denaro e i palcoscenici di prim’ordine prendessero sempre il sopravvento.