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Da Tiddia a Piras fino a Matteoli, Zola e Pisano: quando la fascia rossoblù da capitano è orgoglio sardo che emoziona

Ripercorriamo le storie dei capitani rossoblù sardi

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Da Zeman a Zeman. La storia fra il Cagliari e i suoi capitani sardi ha già incrociato il destino del boemo, seppur in veste di avversario. Francesco Pisano ha esordito nella massima serie sotto gli occhi del tecnico di Praga. Attenzione al contesto: Minuto trentacinquesimo di Lecce-Cagliari in data di ventisei settembre 2004: Cagliari che rimane in dieci a causa dell'espulsione di Lopez. La panchina è scarna di difensori e il sostituto di Diego - terzino in quel campionato - è il selargino allora diciottenne. Ma Arrigoni non tituba: dentro lui. Si, ma chi esce? Là davanti, il trio Suazo-Zola-Esposito è inattaccabile. Non è però di questo avviso il tecnico romagnolo: fuori il fantasista di Oliena. Un ideale passaggio di consegne, anche se a distanza di anni. Magic Box - giustamente - diventa di diritto capitano del Cagliari contemporaneamente alla firma del contratto. Due stagioni stupende, e la chiusura di un cerchio che lo ha visto protagonista nei tre principali poli dell' Isola: in precedenza Sassari e Nùoro. Destino analogo a quello dell'altro Gianfranco barbaricino: Matteoli. A trentuno anni "Teo" rimpatria nella terra natià, ed è reduce da un campionato disputato insieme a colui che in quell' estate ha sollevato la Coppa del Mondo da capitano: Lothar Matthäeus. Mister Ranieri ha già in mente le gerarchie in campo: la fascia è lasciata vacante dal partente Bernardini e il condottiero è il centrocampista di Ovodda. Quattro meravigliose stagioni, fino a scambiare il gagliardetto con chi era titolare a Madrid '82: Beppe Bergomi, e l'occasione è costituita dalla doppia semifinale Uefa. Per tornare ai selargini, doverosa la menzione per Gigi Piras: anch'egli debutta diciottenne in prima squadra, e dei suoi quattordici tornei in maglia rossoblù, cinque li disputerà da capitano. Non poteva mancare in questa speciale galleria Mario Tiddia, alfiere in campo dal 1965 al '67, col rammarico di essere sceso dal treno una fermata prima dello Scudetto, contingenza che non intacca affatto l'essenza della sua grandezza nella storia del Cagliari. Infine, una guida "occasionale": è la prima di campionato del 96-97 e a mezz'ora dalla fine capitan Villa dà forfait. Non c'è un vice designato e a Gregorio Perez hanno spiegato molto bene il campanilismo fra Cagliari e Sassari. In campo c'è appunto un turritano e il suo nome è Marco Sanna. Strategica e suggestiva la mossa del tecnico uruguayano, anche con lo scopo di unire le tifoserie: per quei trenta minuti, capitano del Cagliari sarà il sassarese Marco Sanna.

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