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La strada… verso la porta

Il giovane portiere Cragno apprende in fretta i dettami di Zeman

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I portieri messi a disposizione del tecnico boemo non sono stati giudicati, ad inizio stagione, ideali per il gioco praticato dal neo tecnico rossoblù. Uno dei pochi, ma fondamentale, aspetto favorevole è quello che recita la carta d’identità: classe ’94 per Alessandro Cragno, ’91 Colombi.
L’Anania mai arrivato sarebbe dovuto essere colui che nella pratica mostrava cosa è il ruolo dell’estremo difensore nello spartito zemaniano. Un ruolo non facile e sicuramente diverso da quanto praticato dai vari allenatori che siedono sulle panchine italiane.
Saper mantenere una giusta distanza dalla linea difensiva; esser pronto ad intervenire, anche fuori area, nei casi in cui la palla sia scoperta e la tattica del fuorigioco non sia correttamente effettuata; essere pronto a rilanciare celermente con i piedi, per creare superiorità numeriche e trasformare l'azione da difensiva in offensiva non dando all'avversario il tempo di riorganizzarsi.
Questi appena elencati sono solo alcuni degli aspetti che il portiere si trova a dover interpretare ed apprendere per essere integrato nel gioco di Zeman. Fondamentale risulta lo schema (mutuato anche da Mourinho che studiò Zeman ai tempi di Formello) del rilancio per l'attaccante esterno con il centravanti che va in verticale pronto a ricevere (gol di Milito in finale di Champions).
Il portiere insomma risulta non solo l’ultimo difensore, ma soprattutto il primo interprete della manovra offensiva. Dopo le prime partite, dove la scelta è ricaduta su Colombi, Cragno si è preso la scena dimostrando soprattutto contro Inter e Verona di saper imparare in fretta con una personalità sorprendenti per un ventenne. Le migliorie apportate da Zeman vengono recepite ed applicate entusiasticamente dai protagonisti in maglia rossoblù, ed il ruolo di portiere, come dimostrato dal portiere scuola Brescia non fa eccezione. Al portierino, ormai stabilmente nel giro dell’Under 21 manca il traguardo di concludere una partita senza subire reti per acquisire maggiore credito.
D’altronde solo la fiducia cieca e laboriosa verso un allenatore fuori dagli schemi tradizionali può portare la squadra a raccogliere dalla prossima gara casalinga più di quanto non abbia sin’ora ottenuto. Cragno pare averlo già capito.

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