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Cagliari, cosa ti darà Alberto Grassi

Il centrocampista classe 1995 arriva in prestito con obbligo di riscatto

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Alberto Grassi è un nuovo giocatore del Cagliari. Lo sarà ufficialmente dopo le visite mediche e la firma sul contratto, ma ormai si tratta solo di una formalità. Il centrocampista ex Atalanta, Napoli, SPAL e Parma approda alla corte di Semplici in prestito con obbligo di riscatto fissato a 4 milioni, dopo aver già apprezzato precedentemente l’attuale allenatore rossoblù durante la propria militanza a Ferrara. 

Classe 1995 - 26 anni compiuti a marzo -, Grassi nasce calcisticamente come mezz’ala di contenimento ma negli anni è stato capace di disimpegnarsi efficacemente anche come mediano davanti alla difesa. Ha nel dinamismo e nella capacità di corsa le sue doti più rilevanti, nonché possiede buone qualità tecniche che lo rendono un giocatore utile in ogni fase di gioco. Pecca invece in fase di realizzazione e rifinitura, come dimostra il magro bottino di 5 gol e 2 assist realizzati in 108 presenze in Serie A. Tuttavia è proprio grazie alla grande duttilità dimostrata in campo che Alberto si è guadagnato la stima di Semplici e la seconda chiamata sotto il suo comando, stavolta per difendere insieme le insegne rossoblù del Cagliari.

A livello fisico la carriera del calciatore natio di Lumezzane ha subito due gravi stop causati da un paio di infortuni - con annesse operazioni - al ginocchio mentre vestiva le maglie di Napoli e Parma. Ad ogni modo, il ragazzo ha messo assieme 23 presenze nell’ultima sfortunata stagione con la formazione crociata, culminata con la retrocessione, ed ora vola in Sardegna per proseguire nel suo percorso di rinascita, obbiettivo che a 26 anni non può essere considerato irraggiungibile. 

Fin da subito si metterà a disposizione di Semplici per dare al tecnico un’alternativa simile a quella che quest’ultimo aveva l’anno scorso in Alfred Duncan, utilizzato sia come mezz’ala che come mediano davanti alla difesa. Grassi non ha l’esplosività fisica dell’ex Fiorentina ma può ricoprire il ruolo con maggiore pulizia tecnica. Almeno sulla carta, perché come sempre l’ultima parola spetta al campo: il giudice più imparziale e giusto del mondo del pallone.

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