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Cagliari, pregi e difetti della gara contro il Benevento

L'analisi di cosa è andato e di cosa invece no nella vittoria al Vigorito

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Era una gara da dentro o fuori e il Cagliari ha ottenuto l'unico risultato possibile: i rossoblu sono usciti vittoriosi dalla tana del Benevento con in tasca un 3-1 che sa tanto di salvezza, anche se non è ancora finita. Analizziamo cosa è andato e cosa invece no nel match del Vigorito

Pregi

Sicuramente l'approccio iniziale, con quel gol bellissimo di Lykogiannis, ma anche con la pressione e la cattiveria agonistica giuste per affrontare una sfida del genere. In queste ultime partite, e in generale con Semplici, il Cagliari ha quasi sempre avuto un atteggiamento corretto nel modo di interpretare i primi quarti d'ora, e contro il Benevento ha confermato questa tendenza.

Dopo, nella ripresa, ha riscattato un primo tempo opaco (eccetto l'inizio), e piano piano ha trovato la strada per il sorpasso. Il gol di Pavoletti è frutto di due fattori: fame e qualità. Da una parte la voglia di riprendersi la gara, dall'altra invece i mezzi tecnici che questa squadra ha sempre avuto: un'azione costruita dal centro verso destra a due tocchi, neanche troppo elaborata, ma tremendamente efficace.

E poi, la capacità di saper soffrire nei momenti difficili, come quando il Benevento nell'ultimo quarto d'ora ha provato il tutto per tutto, ma trovando anche le forze per fare male e per mettere la parola fine al match con quella ripartenza che ha portato al gol di Joao Pedro, che anche quando non si vede c'è sempre.

Semplici ha poi avuto un grande merito, accorgendosi dell'evidente difficoltà di Carboni nella prima frazione e mettendo allora Zappa nel secondo tempo. Da lì è svoltato tutto, con il passaggio dalla difesa a tre a quella a quattro.

Per quanto riguarda i singoli è giusto premiare, per la prestazione generale e l'importanza della gara, l'intero collettivo, ma due nomi in particolare su tutti: Cragno e Nandez. Non hanno segnato ma è come se l'avessero fatto: il portiere rossoblu ha messo ancora una volta le mani su un risultato fondamentale, mentre l'uruguagio è stato il giocatore più continuo e determinante in entrambe le due fasi.

Difetti

Il primo tempo si salva per il gol, ma a parte la prodezza balistica di Lykogiannis ci sono stati pochi motivi per sorridere. Una mezz'ora abbondante brutta, con i rossoblu spesso in balia del gioco del Benevento, che ha fatto sì che la squadra di Semplici si schiacciasse nella propria metà campo e non uscisse più, rendendo la manovra offensiva sterile. Poca fluidità, poche idee e tanta confusione mista a della perdita di fiducia, con la squadra che non è ancora pronta per 90' in cui ha il pieno controllo della gara.

Ma ancora una volta, è il Cagliari stesso a punirsi, con quel passaggio killer di Ceppitelli che ha spalancato le porte a Lapadula per il pari. Sono veramente troppe le amnesie della retroguardia sarda in questo campionato, nonostante le cose lì dietro stiano un poco migliorando.

Nel secondo tempo va quasi tutto bene, è un Cagliari diverso anche se forse avrebbe potuto chiudere meglio alcune ripartenze e alcuni possessi palla, dimostrando di avere troppa fretta e poca lucidità in alcuni momenti, ma senza venire punito.

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