Fine delle gare abbordabili: dopo Verona, Spal, Torino e Bologna, il Cagliari troverà il primo vero scoglio dalla ripresa del campionato: si chiama Atalanta.
La banda di Gasperini, che ha battuto di recente il Napoli, è la squadra più in forma della Serie A: i bergamaschi corrono come se la stagione non si fosse mai interrotta, hanno in testa la Champions e non vogliono fermarsi. Ma come può fare il Cagliari per mettere in difficoltà questa macchina da gol (migliore attacco della A per distacco con 82 reti)?
La risposta può nascondersi nella gara d'andata tra le due compagini: quel secco 2-0 rifilato dai rossoblu che espugnarono il fortino dell'Atalanta ha messo in luce tutti i limiti degli orobici.
Lo scorso novembre il Cagliari vinse la partita grazie a due fattori: pressing e palleggio. Una condizione fisica difficilmente replicabile adesso fece la differenza, ma non solo: triangolazioni geometriche e una circolazione della palla fluida e omogenea creò i presupposti migliori per imbrigliare il gioco dei nerazzurri, che faticarono a trovare varchi e le solite verticalizzazioni.
Finché il pallone ce l'abbiamo noi, gli altri non possono segnare, direbbe il Barone Liedholm. Ecco che allora il possesso palla dovrà essere fondamentale. Il Cagliari fortunatamente è una squadra dotata di buoni palleggiatori in mezzo al campo, che allo stesso tempo però danno un grosso contributo in fase difensiva.
Il pressing poi dovrà partire dalle punte, perché l’Atalanta costruisce sempre dal basso. Simeone e Joao Pedro, o chi al loro posto, dovranno sacrificarsi per chiudere le linee di passaggio corte: allo stesso tempo, i centrocampisti dovranno accorciare e intervenire con raddoppi costanti su ogni portatore della sfera per evitare che questa vada a finire sui piedi dei tre davanti, perché sarebbero guai.
Il punto debole degli uomini di Gasperini però sta nel baricentro alto, una delle armi preferite dell'Atalanta. Con tanti uomini in avanti, una buona fetta di campo resterà inevitabilmente scoperta: è lì che il Cagliari dovrà far male, una volta recuperata palla. Approfittare degli spazi tra i reparti sarà la vera chiave per scardinare la retroguardia bergamasca, che con la difesa a 3 si troverà in inferiorità numerica diverse volte.
Non sarà affatto semplice, tra le due squadre c'è un divario notevole sotto molti aspetti, ma è giusto provarci. Zenga non è un difensivista e c'è da scommettere che se la giocherà , per cui si assisterà probabilmente a una partita aperta. Dopotutto, questo Cagliari non ha quasi nulla da perdere.