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Fattore gol, è un Cagliari universale

Niente bomber, ma ora vanno in rete tutti

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Per un anno il Cagliari non avrà il suo uomo gol. Stavolta non ci sarà il Pavoletti di turno, a togliere le castagne del fuoco nei momenti di difficoltà. Ma per questa stagione, tanto meglio.

Perché con le reti di Pisacane e Rog nel successo per 5-2 contro la Viola dopo il nubifragio di domenica, il numero di marcatori tra le fila dei sardi è salito a 10 in queste prime 12 gare. Quasi la metà dei giocatori impiegati (24) in campionato. Gli ultimi iscritti alla lista sono stati il centrale con la 19 e la mezzala croata, per una squadra che porta tutti i suoi elementi in zona calda, come uno sciame di falene alla ricerca della fonte di luce più vicina.

Due gol su tutti potrebbero essere la fotocopia di questa partecipazione collettiva: il 2-0 di Paolo Faragó contro la Spal, con il laterale destro che sulla trequarti va ad azzanare le gambe di un giocatore estense per poi strappare palla, sfondare la linea difensiva e arrivare davanti alla porta, dove consuma il suo pasto. Poi, l'altro 2-0 della stagione, quello di Bergamo, grazie alla prima rete in Italia di Christian Oliva. Il centrocampista uruguagio riparte dalla propria metà campo, allarga verso Simeone che premia intelligentemente il suo compagno che intanto si è buttato dentro per concludere il contropiede perfetto.

La filosofia di Maran & Co. è simile a quella dell'Ajax che ha fatto innamorare in Champions appassionati e non, facendo segnare tutti, dai terzini in su, o, per fare un paragone più terra terra, l'Atalanta del Gasp, che dietro Zapata ha sempre avuto una super orchestra. Non è un caso infatti che ogni giocatore per ruolo sia andato a segno, Olsen a parte. L'universalità del tipo di gioco dei rossoblu affonda le sue radici in una rosa in cui sono presenti diversi tuttocampisti, i cosiddetti jolly che poi alla fine determinano l'andamento dei match.

Oltre al già elogiato Faragó, ci sono Rog e Nainggolan, che possono svariare su tutta la mediana (ah e il Ninja si diverte pure a fare il trequartista con discreti risultati), e poi El Pata Castro, che sta tornando alla posizione naturale di mezzala, ma che come si sa può giostrare benissimo dietro le punte. Pure Joao Pedro non è un attaccante vero, ma questo gioco di ruoli lo sta ispirando ancor di più, e la media realizzativa fin qui è di una rete ogni due partite.

È un Cagliari, oltre che universale, anche camaleontico, alla ricerca di più soluzioni per andare in porta e dunque maggiormente corale.

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