La serie A si ferma per la seconda sosta stagionale dopo sette turni di campionato. Il Cagliari ci arriva con 11 punti in classifica (con Lazio e Fiorentina) e la consapevolezza concreta di essere una squadra in crescita rispetto all'inizio del torneo.
Le tre vittorie consecutive e i successivi due pareggi ottenuti dai ragazzi di Maran infatti, oltre a cancellare le prime due sconfitte interne, hanno fatto sognare un ambiente, quello isolano, non ancora del tutto attento (giustamente ebbro dalla classifica) a non ignorare cosa ancora manca a questo Cagliari per agguantare (oltre ai punti) altre caratteristiche irrinunciabili per salire di livello e guadagnarsi ulteriore rispetto nel panorama calcistico nazionale.
Creare qualche occasione in più all'attivo, per esempio, oltre che a legittimare più sonoramente le buone prestazioni, rappresenterebbe per gli avversari di turno tutta la carica agonistica di chi, oltre a saper incassare (nobile arte) è sceso in campo anche per offendere e farlo viso aperto. Sfoderando alla bisogna soluzioni diverse e nell'alternanza, le molteplici doti tecniche del reparto offensivo (e non solo). In primis con maggiori conclusioni da fuori area (fin qui poco incisive) che oltre alla pericolosità e al grande dispendio energetico per neutralizzarle, fungono da ottimo deterrente psicologico ai danni degli avversari. Riscaldare i guantoni del portiere per incutere in lui e nella difesa avversa una dose ancora ulteriore (rispetto ad ora) di motivata allerta durante la spinta rossoblu, è un aspetto da curare e allenare.
Occupare le posizioni sul terreno in modo tale da coprire il campo in maniera più ordinata (soprattutto) in fase di impostazione, assistendo il portatore di palla e offrendogli più soluzioni (nello stretto) durante la manovra, per alternare ai lanci lunghi (difficili da controllare) giocate rapide, precise e meno dispendiose.
Mirare a un miglior fraseggio tra reparti che sia votato al possesso palla (non fine a se stesso) e a una massiccia collaborazione tra centrocampo e attacco. Sfruttando maggiormente l'apporto degli esterni (quando possibile) per eventuali cross dal fondo a favore delle punte, che possano incornare in velocità .
Ridurre le distanze tra gli uomini di centrocampo e la linea dei difensori in fase di possesso, sollevando il baricentro. Centellinando così al minimo i margini di errore durante il palleggio, avvalendosi di alta densità nella zona nevralgica, per limitare al contempo, le iniziative avversarie ripiegando velocemente in caso di necessità a supporto dei difensori (non distanti) ed in raddoppio delle marcature.