Problemi in sala macchine. Se è vero che contro il Verona il Cagliari ha subito un solo gol, tra l'altro perfettamente evitabile perché viziato da uno scivolone di Pisacane, è altrettanto giusto ammettere che lì dietro le cose non sono andate benissimo.
Il reparto arretrato ha avuto il suo bel da fare, come contro il Napoli, ma al San Paolo, al netto delle palle gol avute dai partenopei, sembrava che la difesa fosse solida e che potesse permettersi di soffrire. Alla Sardegna Arena invece i quattro difensori sono risultati più volte in affanno, concedendo in alcuni frangenti della gara vere e proprie praterie, soprattutto dalle parti di Cacciatore. Nell'altra corsia invece, Pellegrini è in parte scusato per la fase offensiva che gli si richiede, ma allora il compagno di fascia dovrebbe dare una mano, situazione vista raramente.
La coppia centrale pure non è esente da critiche, dal momento che non è stata perfetta in alcuni rilanci, e poi di testa la palla la prendevano il più delle volte gli altri. Errori anche banali, forse dovuti a una condizione mentale non ottimale prima che fisica, hanno rischiato di far affondare il Cagliari. Non si è notata la classica attenzione e cattiveria delle difese di Maran, replicando in diverse occasioni le uscite della scorsa stagione, in cui in più match la linea difensiva pareva sfilacciata e senza mordente.
Sono saltate anche le marcature, con gli attaccanti scaligeri che hanno graziato Olsen in più momenti, totalmente soli o quasi in area di rigore. Il problema alla base può essere la poca comunicazione, fondamentale in un reparto così delicato, perché, soprattutto nelle palle inattive, i rossoblu parevano disorientati e senza un vero piano da opporre ai saltatore veronesi.
Questa sorta di amnesie difensive potevano costare caro ai sardi, che stavolta ringraziano e si asciugano la fronte per lo scampato pericolo, ma consapevoli che alla prossima, contro la Roma, non potranno permettersi di scherzare.

