È arrivato nel capoluogo sardo in punta di piedi Robin Olsen, ma allo stesso tempo con un grosso fardello sulle spalle: l'eredità di Alessio Cragno, ai box ancora per molto a causa di un infortunio alla spalla destra.
Acquisto da ultimi giorni di mercato, come quello di Simeone. Sbarcati a Elmas venerdì mattina, buttati entrambi nella mischia contro l'Inter domenica sera, gara in cui il numero 1 della Svezia subisce due reti, una forse evitabile, senza colpe invece sulla seconda, Lukaku è solo più bravo di lui.
Ha avuto pochissimo tempo per ambientarsi e per capire i meccanismi della sua nuova squadra, come ha confessato lui stesso nella conferenza stampa di presentazione, ed è stato costretto per questo a fare di necessità virtù.
La sfida contro il Parma, ancora più importante di quella con i nerazzurri, dimostra che Olsen ha bruciato i tempi, rivelandosi uno dei migliori sul rettangolo verde. Tre parate decisive, di cui una monstre su Gervinho, che gli urla anche qualcosa, sentendosi impotente.
E dire che non era stato accolto nel migliore di modi il portierone scandinavo. Tra lo scetticismo generale, dopo un anno difficile, per usare un eufemismo, alla Roma, piazza troppo grande evidentemente per uno che fino a un mese prima giocava al Copenaghen in Danimarca, ma che dopo un Mondiale vissuto da protagonista ha strappato più di qualche approvazione tra le alte cattedre dei club italiani e non.
A Cagliari il 90 potrebbe rinascere, o meglio, esplodere, visto che i numeri ce li ha, sia nella carta d'identità che nel bagaglio tecnico, senza però volare troppo in alto, visto che siamo solo all'inizio. Ma se adesso è il vice - Cragno, aspettando che il nativo di Fiesole si riprenda, chissà che un giorno non diventi il suo successore.
Già , perché proprio l'ex club di Olsen ha adocchiato da tempo il numero 28, e uno scambio tra i due guardiani dei pali non sarebbe così improbabile. Ma il calciomercato si è appena concluso, meglio far parlare il campo per ora.
Sicuramente la rabbia per una stagione negativa ha instillato nell'1,92 la motivazione giusta per non essere il secondo di nessuno, dimostrandolo a poco a poco con i fatti.
L'anno del Centenario per l'estremo difensore rossoblu passerà dalla parola riscatto, che in svedese si dice lösen, guarda a caso l'anagramma di Olsen.