Che poi Van Gogh avrebbe potuto dipingere prati primaverili, ma mi piace immaginare che, non potendo disporre del blu per dar vita al verde, abbia riempito i quadri dei musei di mezzo mondo col giallo dei suoi girasoli. Solo una fantasia o una piccola suggestione, fatto sta che il Cagliari si è ritrovato a mettere in piedi il suo centrocampo più forte degli ultimi vent’anni proprio nell’estate della partenza del suo faro assoluto, Nicolò Barella.
La cessione di mister 50 milioni è stata digerita con l’amarezza del salto nel vuoto, ma il malcontento generale è durato davvero poco. Nelle ultime settimane il presidente Giulini ha svestito l’abito dell’imprenditore per indossare quello del mecenate del pallone, reinvestendo completamente il gruzzolo ricavato dall’Inter e circondando la sua corte di un terzetto di centrocampisti che ha impennato il livello della mediana rossoblù. I nomi di Rog, Nainggolan e Nandez si sono aggiunti a quelli di Faragò, Cigarini, Castro, Ionita, Deiola, Oliva e Biancu, senza nominare un Bradaric con le valigie in mano e i più offensivi Birsa e Joao Pedro.
In questi giorni l’aeroporto di Elmas si è trasformato nella sede della rivoluzione d’agosto, con centinaia di tifosi accorsi alla zona arrivi per diventare testimoni oculari di quella pazza e caldissima estate 2019. La sensazione, infatti, è che qualcosa stia davvero cambiando: i tre nuovi acquisti risultano perfettamente assortiti tra di loro, e insieme ai membri attuali della rosa daranno vita ad un rombo maranista che non ha nulla da invidiare alle prime della classe. Tolte Juventus e Napoli, che oggettivamente sembrano far parte di un discorso a sé, risulta davvero complesso trovare un centrocampo così completo, che unisca alla qualità questa quantità . Indubbiamente ora si alza l’asticella, perché poter fare affidamento su una mediana di questo spessore significa più palloni per l’attacco (e Pavoletti ringrazia dopo un anno di vacche magre) e meno segnali di pericolo per la difesa.
Non è ancora chiarissimo come Maran intenda miscelare gli ingredienti, con diverse soluzioni tattiche a disposizione nel taccuino. La logica porterebbe a pensare a Rog in regia, con Nainggolan e Nandez a fare da bodyguard e Castro a creare macello da vertice alto. Non sono da escludere anche le soluzioni alternative: negli ultimi anni il Ninja si è consacrato come un trequartista alla Perrotta (Spalletti in comune), primo difensore sulla fonte principale di gioco avversaria e temibile incursore in fase offensiva. È possibile che Maran (che tendenzialmente apprezza il trequartista mobile) lo provi in queste vesti, arretrando Castro da mezzala (o Ionita al suo posto) e dando più ampiezza alla squadra.
Il tempo sarà galantuomo, ma intanto la concorrenza è avvisata: dalle parti di Cagliari non si scherza più da un pezzo, e la guerra da anno primo del Dopo Nicolò è già cominciata.

