Quando si dice che l'approccio fa la differenza. Il Cagliari fino alla gara dell'Olimpico non aveva ancora subito 2 reti in così poco tempo: c'è riuscito proprio contro i giallorossi di Ranieri, che dopo neanche una decina di minuti (8 per la precisione) hanno di fatto chiuso la partita.
Non se l'aspettava neanche Maran una partenza così, e onestamente nessuno che abbia visto un incontro della sua squadra. Molle, confusionaria, spaesata, così la formazione del tecnico trentino è scesa in campo sabato pomeriggio, pagando il cinismo della Roma, abile nel sfruttare le disattenzioni avversarie, specialmente quelle della retroguardia.
Si è giocato su due livelli differenti, la fame romanista non era paragonabile a quella rossoblù: la Lupa è stata più cattiva sotto tutti gli aspetti, dal recupero palla al gol, e gli altri sono restati a guardare, immobili. Si è notata inoltre un'assenza di comunicazione tra i reparti, con il Cagliari sfilacciato in ogni zona del rettangolo verde, sintomo di una atteggiamento sbagliato a priori. La lettura del match si è rivelata completamente approssimativa, viziata forse da un pizzico di sufficienza nelle menti dei giocatori, che pensavano magari di poter gestire la gara a modo loro. Così però non è stato, e la punizone è stata dura, durissima.
Dopo questo inizio horror gli isolani non si sono più ripresi, anche a causa di una rivale che è stata brava nel non lasciare la gestione del pallone agli ospiti, senza diminuire i ritmi e sfondando sulle corsie, soprattutto a sinistra. Il tempo per riacciuffare il risultato c'era eccome, ma la sfida ovviamente era stata preparata senza tenere conto dell'avvio in salita, e ciò ha modificato chiaramente i piani di Maran, che non è mai riuscito a svegliare i suoi, fautori di una prestazione anonima.
Era importante dare un segnale al campionato, per il decimo posto e per confermare un percorso positivo da diversi match a questa parte, ma la testa stavolta era altrove. Forse già in vacanza, vista ormai la salvezza matematica distante solo un paio di punti, o forse semplicemente non era proprio giornata per i rossoblù, fatto sta che i sardi tornano a mani vuote dalla gita nella Capitale, con più di un rimpianto per non essere mai entrati in partita.
Adesso la cosa più intelligente da fare è ricaricare le pile in vista del Napoli, altra trasferta da elevato coefficiente di difficoltà , e far tesoro dei primi dieci minuti di Roma, per non rischiare un altro blackout generale.