Il match della 13^ giornata tra Cagliari e Torino non sarà il più classico dei Monday Night in salsa inglese della nostra Serie A.
Non sarà solo l’occasione di vedere all’opera tanti duelli interessanti sotto il profilo tecnico (uno su tutti quello tra i due bomber Pavoletti e Belotti, che lottano entrambi anche per l’azzurro).
Alla Sardegna Arena, di fatti, si affronteranno in primo luogo due squadre alla ricerca della loro definitiva identità in questo campionato.
Da una parte i rossoblu, che galleggiano a centro classifica ma con ambizioni da top 10, dall’altra i granata che stazionano appena al di fuori del sogno (mai tenuto troppo nascosto) del patron Urbano Cairo chiamato Europa League, ma che non riescono a trovare la tanto agognata continuità di rendimento.
E poi ci sono i due allenatori, Rolando Maran e Walter Mazzarri, che parlano lingue completamente diverse quando si tratta di esprimere la propria filosofia calcistica nelle proprie squadre. Il primo fa parecchio affidamento su tre fattori fondamentali ovvero spirito, gioco e lavoro, mentre l’altro su grinta e determinazione.
Tuttavia, non c’è solo la filosofia calcistica a differenziare i tecnici di Cagliari e Torino. A mettere in risalto ancora di più i loro modi di intendere è anche la loro capacità gestionale.
Maran si affida da qualche gara a questa parte al suo undici ideale ma è anche un freddo ma lucido calcolatore in fase di aggiustamento della partita (attraverso l’atteggiamento battagliero e i cambi a disposizione).
Mazzarri, invece, ha oramai abolito uno dei suoi capisaldi fondamentali del suo credo tecnico ovvero il concetto di titolarissimi, che aveva caratterizzato gran parte della sua carriera da allenatore fin dagli albori.
Il manager granata ha rivoluzionato completamente il suo stile, affidandosi ad una gestione più vicina ai manager della Premier League (dove ha allenato il Watford), dove è il concetto di collettivo a prevalere.
Ora, per capire, chi avrà la meglio, sarà solo il campo a dare il suo incontrovertibile giudizio.