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Romagna e non Pisacane, le ragioni della (giusta) scelta

La staffetta tra i due difensori è stata la contromossa tattica (a sorpresa) da parte di Maran nel match pareggiato a Ferrara contro la Spal

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Rolando Maran, si sa, non è un tecnico che dà troppa rilevanza alla turnazione dei propri giocatori quando c’è da affrontare una partita fondamentale.

L’ennesima dimostrazione di questo concetto è arrivata ieri contro la Spal. L’unico cambio – rispetto alla partita con la Juventus – è stato quello che ha visto come protagonisti Filippo Romagna e Fabio Pisacane.

Una staffetta, quella voluta dal tecnico del Cagliari, che ha colto di sorpresa un po’ tutti, visto le costanti prestazioni positive del numero 19 come marcatore preventivo. In realtà, la scelta non si è rivelata un azzardo ma una strategia ben preparata da parte dello stesso Maran.

Non si è trattato di una semplice e mera questione di turnover o di scelta tecnica, bensì di una contromossa tattica.

L’allenatore rossoblu, sapendo che la disposizione delle punte spalline nel 3-5-1-1 sarebbe stata in verticale (quindi una dietro l’altra in modo che uno avesse agito in pressing diretto su Bradaric, regista della formazione cagliaritana n.d.r.) e non sulla stessa linea, ha voluto aumentare le fonti di gioco della propria squadra a partire dalle fondamenta dell’azione, ovvero giocando palla da dietro con i difensori centrali.

L’obiettivo di Maran, rinunciando alle marcature preventive (aspetto che gli garantisce Pisacane quando viene impiegato in mezzo alla retroguardia n.d.r.), era quello di costruire una cerniera difensiva che sapesse abbinare attenzione alla fase difensiva ma anche capacità di impostare l’azione.

Di fatti, la maggior parte delle giocate prodotte dal Cagliari nel corso della gara contro la Spal portano proprio quel marchio caratteristico, con la fase di inizio azione affidato allo stesso Romagna (o, in alternativa, a Ceppitelli).

Nello specifico, i centrocampisti rossoblu, con un ripiegamento a rotazione, hanno spesso dato mandato ai difensori di dare respiro alla manovra e di cercare spazi per controbattere e prendere le misure al pressing spallino attraverso la classica formula del “palla dietro – palla avanti”, con risultati discreti.

Nonostante questa mossa a sorpresa, il Cagliari ha comunque mantenuto un buon equilibrio difensivo senza sbilanciarsi troppo, proprio per il fatto che i centrali erano i “falsi registi” del 4-3-1-2. In definitiva, quella che poteva essere una scelta rischiosa in un match fondamentale per l’obiettivo salvezza è diventata una mossa efficace.

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