L’estate del Cagliari (almeno sotto il profilo del calciomercato) ha avuto diverse fasi. Tra queste, ha tenuto banco per settimane e settimane la questione relativa al regista, un ruolo importante e di assoluto affidamento nel calcio moderno.
Il Cagliari non ha voluto comprimari del ruolo, ma un giocatore che portasse nella formazione rossoblù un tipo di filosofia interpretativa nel giocare play-maker fuori dagli schemi. La risposta è stata individuata in Filip Bradaric e si è rivelata non una scommessa casuale ma bensì una scelta azzeccata.
Il motivo? Il Cagliari ha regalato a Maran non solo un giocatore fisico e possente, ma un vero e proprio multitasking della mediana e che si può completare alla perfezione con interni di movimento e spinta come Barella e Castro. Ma non solo.
Bradaric – cresciuto calcisticamente nell’Hajduk Spalato - ha portato con sé un bagaglio tecnico del tutto nuovo, fatto di giocate sempre di prima, lucidità in fase di appoggio e impostazione nella manovra, precisione chirurgica nelle verticalizzazioni e nei lanci, controllo di palla mai banale ma soprattutto avere sempre – anche in caso di marcatura pressante – un minimo di spiraglio per vedere partire il compagno libero lanciato nello spazio.
Tutto questo sembra essere del tutto scontato ma in realtà con Bradaric è piombato nell’universo Cagliari quel qualcosa di innovativo che il centrocampo rossoblù cercava da tanto tempo, trovando una seconda giovinezza, con un modus operandi che di questi tempi nel calcio è raro vedere se non dai grandi campioni.
Mister Maran l’ha sempre elogiato dal suo arrivo in Italia e, dopo un recupero di preparazione post-mondiale con carichi di lavoro consistenti, contro l’Atalanta ha rotto gli indugi e ha tirato fuori a sorpresa il "jolly letale" che ha messo alle strette Gasperini e i suoi piani di rilancio.
La carta del numero 6 croato potrebbe rivelarsi una sorpresa per la stagione in A del Cagliari.