Le scelte operate da Maran nel ruolo di terzino nel match casalingo con il Sassuolo, hanno destato uno stupore non eccessivo. L’esito del match con l’Empoli e le caratteristiche del duo composto da Faragò e Lykogiannis, hanno alimentato dubbi già emersi in precedenza circa la dotazione della rosa rossoblù in relazione alle corsie laterali difensive.
Faragò e Lykogiannis, così come Pajac infatti hanno caratteristiche differenti rispetto a quelle auspicabili per un terzino schierato in una difesa a quattro, mentre il solo Srna è l’unico difensore che ha costruito una solida e lunga carriera ricoprendo il ruolo specifico.
Padoin invece, nella passata stagione è stato impiegato in diverse collocazioni, assolvendo molteplici e differenti funzioni. Un’annata da incorniciare, sorretta da una professionalità che funge da esempio quotidiano per il resto del gruppo.
Nel match con il Sassuolo allenato da De Zerbi, Padoin ha proseguito sulla scia di quanto abbondantemente elargito nella passata stagione, risultando uno dei migliori in campo: sempre attento in fase difensiva, ha pennellato il cross che Pavoletti ha magistralmente tramutato nel gol del momentaneo vantaggio.
Una certezza a cui Maran può ricorrere per colmare un vuoto che solo una crescita del tornante greco può annullare, consentendo così a Padoin di tornare nel novero dei centrocampisti. Tale scenario appare tuttavia al momento di difficile attuazione in virtù di una situazione che non consente eccessivi esperimenti e adattamenti.
La prossima sfida con la brillante Atalanta di Gasperini ipotizza una conferma delle scelte operate nell’esordio stagionale casalingo, basate su Srna da un lato e Padoin dall’altro; due professionisti che nonostante un’età non più giovanissima, forniscono un apporto solido ed in grado di far fronte ad una scelta societaria attualmente di difficile comprensione.