Il pallone ha rotolato da Ucacha a Buenos Aires, proseguendo per Cagliari, Pisa e Trapani, e fermandosi, per il momento, a Perugia. Dove, da agosto, l’ambizione e il desiderio della serie A di Santiago Colombatto è rimasto fulgido, come quando a otto anni, nel Jorge Newbery, captava i primi tac del cuoio sulla pelle delle scarpe. Quel rumore che l’ha perseguitato, dandogli il coraggio di chiudere il borsone, dare un abbraccio e un bacio ai familiari e trasferirsi, con dieci candeline sulla torta, prima al River Plate e poi, con diciotto, al rossoblù sardo. Di cui s’è «leggermente» denudato, ma che, tra un mese, vorrà indossare nel massimo campionato.
Il grifone argentino – Per Colombatto, all’anno I con il Perugia – che l’ha accolto, con la formula del prestito con diritto di riscatto e contro-riscatto in favore di Tommaso Giulini, dopo il precampionato a Pejo e ad Aritzo – e al III in serie B, l’abbrivio è stato quello che s’era augurato e di cui – forse – aveva scherzato, davanti a un giro di ronda di mate, con gli amici: «Ragazzi, immaginatevi se facessi gol subito...». Ed ecco che, la sera del 26 agosto, a Chiavari, l’astratto diviene concreto: la punta del piede sinistro s’incrina e, con la forza, permette alla sfera di scavalcare il portiere della Virtus Entella. Al gong, è 1-5 per gli umbri, le stesse cifre che compongono il numero sulla casacca del «piccolo Redondo», il quale ha segnato per la prima volta.
Il rimpianto giuliniano – Nella stagione regolare, non ha eluso l’intervento di nessun altro guardiano dei pali, ma ha seminato assist (5), riuscendo a evitare che l’esperienza prendesse un crinale pericoloso, poiché sulla panchina dei Grifoni si sono succeduti, in 42 partite, Federico Giunti, Roberto Breda e Alessandro Nesta. Impavido, con gli occhi aperti e le orecchie all’insù, l’argentino ha agito alacremente da volante, e in poche occasioni da mezzala destra, nel 4-4-2, nel 4-3-3, nel 4-3-1-2 e nel 3-5-2, giocando in 34 incontri (28 dall’inizio); mentre il Cagliari – con cui ha un contratto fino al 2020 – cercava di sopravvivere alla penuria, sulla seconda linea, di Cigarini, di cui Colombatto sarebbe potuto essere un «replicante» consono.
La meta finale – L’ottava posizione in classifica ha permesso al Perugia di disputare i play-off, ma non di raggiungere la massima serie. Ora, c’è un’altra opportunità che bussa: accogliere e trattenere – proprio come fa con la sfera, adagiandola e facendola «riposare» sul mancino – la serie A è l’ambizione e il desiderio. Tutto passa dal terreno di gioco, che presenta due corsie: da una parte, il Perugia che ormai è il passato; dall’altra, il Cagliari. Percorrendole entrambe, e senza passaggi a vuoto, Colombatto potrà captare i tac del cuoio sulla pelle delle scarpe più «prestigiosi», quelli che aspetta dai primi al Jorge Newbery.

