La sconfitta rimediata dal Cagliari contro la Roma brucia ancora. Per come è maturata e per la sensazione che i rossoblù abbiano buttato all’aria una grande occasione. Il pari, senza dubbio il risultato più giusto per i valori mostrati in campo, sarebbe stato una manna dal cielo e avrebbe contribuito a raggiungere il terzetto di squadre appaiate a quota 34 punti. Ma, soprattutto, avrebbe dato una grande iniezione di fiducia: quella che, si spera, possa concedere quantomeno la prestazione più che positiva.
Il match contro i giallorossi è destinato a divenire quello dei “se”, degli applausi sinceri ma conditi da un velo di tristezza, dell’“avrei potuto però non ho fatto abbastanza”.
Basterebbe poco, tuttavia, per far sì che il Cagliari acchiappi il treno della salvezza, distante appena una lunghezza.
Una dovrà essere la prerogativa negli ultimi due incontri: sfruttare le chances. Proprio come ha fatto la compagine allenata da Di Francesco, capace di massimizzare le occasioni create e portare a casa il risultato pieno. Ripensando all’azione in cui Farias si è allungato troppo la palla o a quella in cui Sau ha calciato addosso ad Alisson, la recriminazione cresce. E non si faccia troppo riferimento a possibili rigori non concessi, ci si focalizzi piuttosto sulla missione: segnare (un gol più dell’avversario), per conquistare, con le unghie e con i denti, la permanenza nel calcio che conta.
