La nave Cagliari sta lentamente ma inesorabilmente affondando. Eppure il suo timoniere Diego Lopez, nonostante la situazione difficile riguardante la sua posizione da allenatore, non molla, viene per mancanza di alternative lasciato in sella e, anche se il territorio amico sembrerebbe essere assai ostile nei suoi confronti, lui cerca di portare a termine la mission per cui è stato chiamato, subentrando a Rastelli in un momento già di per sé abbastanza complicato da risolvere.

Nonostante tutto, toccherà ancora una volta a lui dare quella svolta su cui pochi scommetterebbero e che cambierebbe (quasi a sorpresa) il finale del film del campionato del Cagliari. Ora il clima è di quelli da tempesta e non si placherà certamente subito.

Lopez è consapevole che il momento per lui e per la sua squadra è particolarmente delicato. Il tecnico di Montevideo dovrà giocarsi bene le sue carte per cercare di sbaragliare la concorrenza e di mettere sul tavolo da gioco della lotta salvezza un poker d’assi vincente.

Nessun errore è consentito, perché alla prima distrazione gli avversari possono approfittarne e magari ti puoi ritrovare con un misero due di picche tra le mani.

Lopez deve giocare la sua partita basando la sua strategia sul ricompattare il proprio gruppo e cercare di far ritrovare al proprio pubblico l’entusiasmo, perso per un periodo buio che adesso appare difficile da scacciare via. Ma nel calcio, si sa, non ci sono solo le motivazioni.

Ed ecco quindi che le altre due carte per mettere in difficoltà chi segue sono lì ad un passo e sono leggi insindacabili nel mondo del pallone: giocare e vincere.

Effettivamente si tratta di due aspetti che possono sembrare banali agli occhi dei più ma che in realtà vanno sempre di moda e anche nei momenti complicati devono essere al centro dei pensieri di un uomo di sport e di calcio in particolare.

Mettendo assieme questi elementi, ecco il risultato giusto per poter mettere il tutto al suo posto. Ora Lopez vuole scacciare i fantasmi di un passato scomodo per il suo Cagliari. Il tempo non aspetta, ma a parlare sarà solo ed esclusivamente il campo da gioco.