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Miangue, ancora al punto di partenza

Dopo un anno, il belga non si è ancora preso la scena

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Nel gennaio scorso, la «pista» del Meazza era piccola per un’altra macchina. Per poter correre, questa aveva bisogno di spazio e s’era trasferita, per sei mesi, al Sant’Elia. Anche lì, l’asfalto era affollato e il sorpasso sugli antagonisti risultava complicato. Tuttavia, il pilota, Senna Miangue, aveva convinto la «scuderia» Cagliari a fargli stringere il volante fino al 2022. Però, a un anno di distanza, l’acceleratore è ancora bloccato.

La situazione invariata – Nella sessione invernale di mercato precedente, dopo quattro partite con l’Inter, il belga era arrivato, in prestito con diritto di riscatto e contro-riscatto, in Sardegna. Dove aveva concluso la stagione, con Rastelli al muretto, con gli stessi «tempi»: poker di sfide, tutte disputate da subentrato, 132’ e undici panchine. Attualmente, invece, sei gare (cinque in serie A; una in coppa Italia), quattro delle quali dal primo minuto e due partendo dalla panchina.

Gli errori e la competizione – In ottobre, per Miangue, la sfida col Benevento era stata quella dell’illusione: nel 3-5-2, da centrocampista laterale di sinistra, s’era destreggiato bene sia in fase difensiva, sia in offensiva. Dopodiché, i ripiegamenti, le sovrapposizioni e i cross si sono visti in poche circostanze, in virtù della concorrenza di Padoin e delle proprie incertezze, soprattutto in «conservazione». Così, 13’ col Torino, sette incontri affianco a López e 95’ a Bergamo, rimediando l’espulsione per somma d’ammonizione.

L’immobilità e il futuro – Il belga ha gareggiato per tutti i giri contro il Chievo, il Benevento e il Pordenone, da esterno «basso» e «alto» sulla corsia mancino. Ma, in un’annata, è arrivato al traguardo solo per undici volte, con 460’ all’attivo e ventiquattro soste ai box. Il minimo per Miangue, che, in giugno, aveva lasciato definitivamente l’Inter (operazione da 3,5 milioni di euro) per il Cagliari, firmando un contratto quinquennale. Al momento, la monoposto rossoblù non s’accende: è ancora lì, al punto di partenza. E chissà se, in queste settimane, non potrà ripartire con altri colori.

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