10.000 euro di multa più diffida: è stata questa la decisione del Giudice Sportivo per punire il presidente del Cagliari Tommaso Giulini, reo di avere protestato in merito al discutibile operato del Var al termine della gara perduta contro la Juventus.
Persona introversa, il patron rossoblù ha preso coraggio e, in preda alla rabbia per essersi sentito “derubato”, in seguito a una partita ben interpretata dai suoi giocatori (che avrebbero meritato il pareggio), si è recato davanti alle telecamere per esternare tutto il suo disappunto. Meglio tardi che mai, osserverebbero numerosi tifosi sardi, che in passato avevano contestato a Giulini il fatto di alzare poco la voce.
Oltre al danno, dunque, è ora giunta la beffa, con l’ammenda e la diffida inflitta dal Giudice Sportivo. Uno schiaffo verso tutti coloro i quali combattono per l’equità nel nostro campionato: se anche esprimere la propria opinione, seppur usando toni energici, è divenuto quasi un reato, qualcuno spieghi perché quando presidenti, dirigenti e allenatori di società dai nomi altisonanti protestano in maniera vibrante, questi si guadagnano applausi piuttosto che sanzioni.
Il Cagliari presenterà ricorso per far sì che la sanzione ordinata nei confronti di Giulini possa essere quantomeno ridotta: sarebbe un gesto doveroso far cedere, magari, i 10.000 euro in beneficenza, cancellando invece quella sgradevole diffida e facendo valere il sacrosanto diritto della libertà di opinione.

