Il GPS s’era inceppato e lui s’era smarrito. Un anno, nella Genova blucerchiata, senza avere le coordinate geografiche esatte che gli consentissero di ritrovare la strada, quella percorsa a Bergamo nelle cinque primavere precedenti. Ora, però, il segnale è tornato e Luca Cigarini, con trentuno anni sulla carta d’identità , ha ricominciato a correre, a dirigere e a dirimere come gli aveva chiesto, quest’estate, il Cagliari.
Come ai tempi migliori – Con diciotto presenze, il terzo maggiore minutaggio della rosa (1584’) e i due assist, il centrocampista ha indossato di nuovo il costume «versione Atalanta». Un rendimento così dopo venti giornate di campionato, Il Ciga non lo metteva in mostra dalla stagione 2013/2014, quando in nerazzurro, sotto la guida di Colantuono, comandava a bacchetta la zona nevralgica del campo.
L’indispensabile – Il numero otto lo è nel 3-5-2 «lópeziano». Anche contro la Juventus, s’è confermato: ammortizzando i passaggi, rasoterra e di prima intenzione per eludere la pressione avversaria, come se avesse un cuscino al posto dei piedi, ha dato celerità alla trasmissione della sfera; inoltre, con l’atteggiamento «mangia-ossigeno» fino alla trequarti bianconera, ha immiserito Pjanic e s’è guardato bene le spalle, invece, da Dybala.
L’assenza di un vice – Al momento, Cigarini, che nell’annata scorsa aveva disputato tre gare (216’) con la Sampdoria, ne ha saltate due: con la Lazio, per scelta tecnica, e con la Fiorentina, per squalifica. In queste, il Cagliari ha patito la sua assenza, con Barella e Cossu che hanno fatto rimpiangere il montecchiese. Un segnale per il club che, in questa sessione di mercato, potrebbe pensare all’acquisto di una riserva. La quale, in caso di necessità , possa far riposare l’architrave del centrocampo rossoblù.