Due settimane fa, una «vaccata» di Viviano gli permise di trovare la rete, che fino a quel momento era una pia illusione. È stata la prima e, per ora, l’unica della stagione di Farias, nella quale è sceso in campo in sedici partite (sei dal primo minuto, dieci da subentrato). Per il brasiliano, è un problema più di testa che di lavagna, rimpolpato dal brontolio per le poche scene recitate – a suo avviso – nell’attacco del Cagliari. Che però, sabato, a Bergamo, lo vedrà sul palco.
Le difficoltà – In rare circostanze, il Mago ha inquadrato la gara per saggezza tattica; ma ha condito l’esuberanza atletica con un alto numero di errori. Le statistiche ne sono la prova: ventidue i tiri effettuati, dodici nello specchio della porta e i restanti sul fondo; ventuno i cross prodotti, diciotto sbagliati; quarantacinque le sfere perse, dodici quelle recuperate. Invece, in «verde», negli 877’ collezionati, la voce «assist»: tre.
Meglio nel 2016/17 – Un anno fa, Farias salutò la prima parte di campionato con la doppietta salva-Rastelli contro il Sassuolo, che consentì ai rossoblù di ritrovare il successo, dopo due sconfitte consecutive. Il «17», meno episodico e baluginante dell’annata attuale, e con una differenza di otto incontri disputati (negli altri dieci, rimase in infermeria per un problema muscolare) rispetto al 2017/18, andò a segno per tre volte.
La chiamata – Di questa, il mittente è López, il quale confida nel ventisettenne di Sorocaba per disincagliare dalle secche il Cagliari, che s’è arrenato da un mese e sei sfide, tra serie A e coppa Italia. Contro l’Atalanta, Farias, che sostituirà Joao Pedro (squalificato) ed è favorito su Sau (lavora per ritrovare la condizione fisica), dovrà «vitaminizzare» la squadra e se stesso. Lo scoramento dev’essere allontanato, la rinascita dei rossoblù e del Mago passerà da Bergamo.