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Cagliari, un’altra volta in ritardo

I rossoblù hanno il primato delle reti incassate nel primo quarto d’ora di partita

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Sabato è arrivato in classe in ritardo, col fiatone, disordinato, spaesato e acciaccato. L’insegnante, da un quarto d’ora, aveva consegnato il compito in classe, nel quale era necessario dimostrare, definitivamente, di aver limato gli errori. Ma, come gli era già capitato, le pagine studiate durante la settimana erano scomparse dal «radar» e l’inchiostro non fuoriusciva dalla penna. Però, con un po’ di fortuna e la ripresa del «segnale», il Cagliari ha ottenuto la presenza e un voto positivo.

La lentezza – Messa in atto contro la Sampdoria sia in interdizione, sia a palla scoperta dalla formazione di López, che s’è fatta superare in due circostanze, nella prima dopo 11’. L’è successo di nuovo, per la settima volta: in serie A, nessuno ha subìto questo numeri di reti nel quarto d’ora iniziale del primo tempo. Che sono il 26% delle 27 incassate complessivamente. Inoltre, è la terza gara casalinga nella quale i rossoblù passano in svantaggio nell’intervallo 0’-15’. Che, non solo alla Sardegna Arena, è costato una cinquina di sconfitte contro Juventus, Milan, Napoli, Genoa e Lazio.

Lo spirito di rivalsa – Il Cagliari l’ha avuto, dopo aver palesato paturnie in virtù dello 0-2, con il centro scaccia-tensione di Farias e quello, con rabbia, di Pavoletti, che hanno permesso di arraffare il pareggio. Un ribaltamento che, seppur in questa circostanza sia stato parziale, era già accaduto: infatti, il 5 novembre, i rossoblù andarono sotto contro il Verona (6’, Zuculini) e poi vinsero con le marcature di Ceppitelli e Faragò.

La puntualità – È mancata nei 15’ della prima parte di partita, la terza volta nella gestione López (i confronti contro il Verona e la Sampdoria erano stati preceduti da quello contro la Lazio). Dunque, il Cagliari dovrà essere puntuale, a partire dalla sfida nel salotto della Roma (sabato, ore 20.45), per scongiurare il mancato ritrovamento di una panacea e un altro epilogo tachicardico. La prossima volta, l’insegnante potrebbe dare un compito più complicato da risolvere e non presentarsi in classe al suono della campanella costerebbe caro.

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