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Calcio italiano in crisi: il Cagliari cosa fa?

Azzurri fuori dal mondiale. Scopriamo il punto più basso della nazionale dal punto di vista dei rossoblù

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Il calcio italiano all'anno zero. Sessant'anni dopo l'ultima e unica volta, la nazionale azzurra non parteciperà ai mondiali. L'assenza dell'Italia dalla rassegna iridata diventa automaticamente il punto più basso di una crisi endemica che si è propagata a macchia d'olio all'indomani della notte di Berlino del 9 luglio 2006. Oggi in molti si interrogano su come la nazionale possa ripartire, su come le quattro stelle possano tornare a brillare come un tempo, quando l'Italia era il team in cui c'era spazio per uno solo tra Totti e Del Piero. Proviamo a pensare alle mosse proposte e riproposte nelle ultime ore e come il Cagliari si ponga nei loro confronti.

Serie A a diciotto squadre. Questo dovrebbe omogeneizzare un campionato diventato troppo squilibrato, con squadre che c'entrano poco e niente con la massima categoria. Il fatto è che la riforma, per essere approvata, dovrebbe ottenere una percentuale bulgara in A. Al momento appare impensabile che club come il Cagliari si autocondannino o comunque aumentino le loro possibilità di retrocessione, motivo per cui i sardi si schiererebbero contrariamente alla possibilità.

Squadre B. I giovani italiani non trovano spazio? Si propone la creazione di squadre riserve, come avviene in Spagna, Germania e diverse altre nazioni. Nel paese teutonico fu il segreto della rinascita post 2004. Il Cagliari, di fatto, dispone già di una squadra B: l'Olbia, al momento, altro non è che una fucina per i rossoblù che, mandando svariati giocatori in prestito al Nord Sardegna, ha creato una succursale del club.

Italiani in campo. L'altra responsabilità che si affibbia al movimento è la scarsa fiducia verso i giocatori nostrani, contro un eccessivo esterofilismo che ha finito per penalizzare la nazionale. Il Sassuolo ha conosciuto i suoi massimi storici con una rosa quasi interamente a tinte azzurre. Da questo punto di vista il Cagliari è un ottimo esempio, con pochissimi stranieri in rosa. Nella formazione titolare delle ultime partite abbiamo visto solo Ionita e Rafael (che comunque non è il titolare), se vogliamo includere Joao Pedro e Farias per minutaggio l'utilizzo di stranieri è comunque ridottissimo.

Squadre primavera fatte in casa. Anche nelle giovanili si ravvisa un'eccessiva ricerca del talentino straniero, anziché cercare di formare gli autoctoni. Il Cagliari vanta una primavera composta quasi interamente da giocatori sardi, staccandosi anche in questo senso dalle usanze del Belpaese.

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