L’arte di cambiare pelle: correggersi, adattarsi e tramutarsi. La possiede Senna Miangue, che ha concluso la stagione precedente e ha iniziato quella attuale arcadico, rattrappito e privo di sana sfrontatezza. Ma contro il Benevento, invece, la sua prestazione è stata un condensato di concentrazione, intensità e praticità . Giocando con la mente sgombra e senza pesi sullo stomaco, l’esterno difensivo del Cagliari è tornato a essere il galoppatore della corsia di sinistra.
Titolarità ritrovata – Alla terza presenza stagionale, la seconda dal 1’ dopo quella col Chievo e l’ultimo quarto d’ora nel giardino della Lazio, il belga ha cominciato come uno sprinter «sgommante» fuori dai blocchi. Ha messo in campo la fisicità e la gamba che López ha chiesto e, come da lui stesso confermato nel post-gara della Sardegna Arena, ha ottenuto. Per Miangue, duello sul settore mancino con Letizia: propositivo e nel vivo della manovra offensivo rossoblu, si è sovrapposto, andando al cross per 6 volte – secondo nella classifica speciale, a -1 da Laazar –, che hanno permesso di impegnare la retroguardia giallorossa.
Personalità e corsa – Miangue, seppur senza compiti precisi di copertura, ha dato una mano a Padoin, stando alle calcagna, quando necessario, di Letizia. Ma poi, nelle ultime battute della sfida, quando De Zerbi ha schierato Coda, il «12» rossoblu ha arretrato il proprio raggio d’azione, facendo piazza pulita. La condizione fisica è buona, non ha mai sofferto l’uno contro uno e le progressioni in avanti, come testimoniamo i chilometri percorsi: nella top ten del Cagliari, è nono – 9.882 chilometri –, ed è il giocatore con minor numero di minuti disputati, appena 213. Che nel 2016/17, tra Inter e Cagliari, erano stati 255, in 7 gare.
Continuità – La cerca, attraverso il lavoro settimanale e le prestazioni in campionato, Miangue. Che mercoledì sera ha gettato nuovo carbone nel forno dell’autostima e ha confermato lo sprazzo convincente dell’Olimpico. A 20 anni, con un contratto col club fino al 2022, dovrà , come normale che sia, smussare i difetti – principalmente la fase difensiva – e migliorare i pregi. Così, per un’altra sfida importante, López potrà tirare fuori dal mazzo il vero Miangue.