Dopo essersi presentato in conferenza stampa, ora per Diego Lopez è giunto il tempo di ricomporre i cocci del vaso. C'è innanzitutto una questione tattica da risolvere.
Nelle ultime uscite il Cagliari è andato in totale confusione. Si è visto palesemente quanto la squadra soffrisse con un centrocampo a tre, soprattutto contro avversari che giocano con più uomini in mezzo al campo. Il 4-3-1-2 francamente non sembra più essere funzionale. Per attuare questo modulo servono esterni di difesa che sappiano a fare le due fasi. E il Cagliari, al momento, non ha in rosa giocatori bravi in fase di spinta.
Con il Sassuolo e con il Genoa, ad esempio, il Cagliari si è ritrovato in costante inferiorità numerica a centrocampo, perché portavano cinque uomini a centrocampo. In fase offensiva, Cigarini impostava in mezzo al nulla mentre Ionita e Barella, che spesso provavano a cercare lo spazio sulle fasce, lasciavano il play solo. Facendo così, il Cagliari ha avuto grandi difficoltà nella costruzione della manovra e di conseguenza erano quasi sempre gli avversari ad avere il pallino del gioco. Anche perché i terzini, che sono fondamentali in questo tipo di modulo, non accompagnavano quasi mai l'azione.
In fase difensiva il centrocampo cagliaritano veniva facilmente penetrato, sia per vie centrali, sia per vie laterali. Si è ritrovato il più delle volte in balia degli avversari. E questo perché Farias, o Joao Pedro, non erano attivi in fase di copertura. Di conseguenza il Cagliari, anziché dare maggiore ampiezza e disporsi orizzontalmente con almeno quattro uomini a centrocampo, si ritrovava quasi sempre con i soliti Cigarini, Ionita e Barella a correre a vuoto. E a pagarne era la difesa.
Viene da chiedersi quindi se Diego Lopez, che nella precedente esperienza cagliaritana aveva usato come modulo di riferimento il 4-3-1-2, possa cambiare il canovaccio tattico. A Bologna, ad esempio, ha variato spesso, optando addirittura per buona parte della stagione a una difesa a tre e rinunciando più volte al trequartista. Lo stesso a Palermo dove è passato da un 4-3-3 a un 4-2-3-1 per poi arrivare ad un 3-5-2.
Insomma Lopez non è sicuramente un integralista alla Zeman. Disegna la squadra in base alle esigenze, ai giocatori e agli avversari. Ed è plausibile, quindi, che si possa vedere un Cagliari nuovo, già con la Lazio, con una diversa impronta tattica. Di sicuro l'attuale modulo rastelliano, che ha sempre contraddistinto il Cagliari già dai tempi di Ballardini e Allegri, non dà garanzie.