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Cigarini, nessuna alternativa

In cabina di regia, nessun sostituto ideale del numero 8 rossoblu

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Confusione, disordine e una continuità di una lampadina fulminata, nel Cagliari sconfitto dal Chievo. Tanti errori, dettati da disattenzione e imprecisione, a dimostrazione che se testa e piedi sono scollegati non c’è alcuna giustificazione valida per il secondo ko consecutivo alla Sardegna Arena. Perché la condizione fisica precaria, seppur evidente, è un fattore che ha incisivo anche sulla prestazione degli avversari, reduci dalla terza partita in una settimana come i rossoblu. Principalmente a centrocampo, in cui si svolge la fase embrionale della manovra, il buio più totale.

Scelta e conseguenza - Domenica, per fronteggiare il Chievo, Rastelli ha scelto Barella come playmaker – ruolo che per l’allenatore, come ha più volte ribadito nel precampionato, è adatto alle caratteristiche del giocatore –, facendo rifiatare Cigarini. Decisione non fu più errata, perché Barellino – impiegato nelle prime cinque giornate come mezzala – ha trovato enormi difficoltà: poca esperienza in quella veste e densità avversaria incessante, con Birsa sempre alle calcagna, gli aspetti più rilevanti della sua prova negativa. Così, il Cagliari si è esibito in possesso palla dal ritmo «tartarughesco», con le idee che sono scappate come rena tra le dita, permettendo all’undici di Maran di alzare il baricentro e la pressione. Comunque, c’è stato l’impiego di Cigarini, subentrato nell’intervallo a Dessena, ma non ha cambiato l’effetto-moviola della trasmissione rossoblu.

Cercarsi vice-Cigarini - L’ex Sampdoria è quel mediano vecchia scuola – piazzato davanti alla difesa, che non va oltre la propria zona di competenza, dà la sfera avanti e indietro, a destra e sinistra, e la recupera in tante occasioni – che serviva parecchio, poiché i suoi connotati sono una miscela tra la tecnica di Di Gennaro e la quantità di Tachtsidis. E sostituirlo, quando necessiterà di riposo o se dovesse avere problemi fisici – ad Asseminello facciano gli scongiuri –, sarà complicato. Infatti, nell’organico non c’è un’alternativa «naturale», ma solo giocatori come Dessena e Cossu che nell’arco della propria carriera, ma solo in poche gare, hanno calpestato quelle zone e hanno svolto le mansioni richieste. La spia, in regia, si è accesa.

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