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Conti e un amore che non finisce mai

Domani il capitano, che a Cagliari si è “fatto uomo”, compirà un altro piccolo passo verso quota 300 presenze in Serie A con la maglia rossoblù

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Lo abbiamo lodato fino alla nausea, ma non riusciamo a smettere di farlo. Abbiamo deciso di adottarlo quando, ragazzo, nel 1999 è arrivato in una terra lontana, calda, nella speranza di rientrare al più presto alla sua amata Roma. Il destino invece ha fatto sì che piantasse le sue radici qui. Daniele Conti, il figliol prodigo che tanto ha impiegato a togliersi di dosso il peso di un cognome così importante. Papà Bruno lo ha spesso omaggiato in maniera silenziosa, come è il suo solito, col suo animo schivo, apparentemente distaccato, ma colmo di felicità.

Il ragazzo è divenuto uomo, ha scoperto i valori della famiglia, l’amore che un padre deve dare ai propri figli, ha scoperto cosa si prova ad essere amato da una città, da un’intera isola, a cui poche gioie sono ormai rimaste, martoriata anche dai recenti tragici eventi. A suon di gol, ha fatto impazzire i portieri avversari, ha abbattuto una “lupa” e un “toro” che quando lo vedono ormai tremano per la paura, ha fatto urlare lo speaker dello stadio e i cronisti. Ha fatto gridare i tifosi, anche quando ad ammirare le sue imprese c’era uno stadio vuoto, silenzioso.

Gol all’ultimo istante, che hanno fatto sì che venisse ribattezzato “l’uomo dell’ultimo secondo”, hanno permesso al Cagliari di rialzarsi quando ormai tutti lo davano per spacciato. L’impresa col Napoli (dallo 0-1 al 2-1) rimane e rimarrà indelebile nelle menti dei tifosi sardi. Promosso capitano, è un po’ la chioccia di una squadra giovane, che ogni volta che si ritrova senza di lui fatica sempre a trovare il bandolo della matassa.

E domani Conti toccherà quota 297 presenze in serie A con la maglia rossoblù, proseguendo la strada che lo porterà presto a raggiungere Nenè: l’ex centrocampista brasiliano, Campione d’Italia nel ‘69/’70, detiene il primato con 311 presenze.

Un altro, importante passo verso la “Hall of Fame” del Cagliari, per un campione che ha scelto di cucirsi addosso a vita la maglia della sua nazionale, dai colori rosso e blu.

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