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Agostini cuore rossoblù

Il terzino ex Cagliari oggi veste la maglia del Verona

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Sedici gennaio duemilacinque. Data che agli appassionati sportivi sardi fa immediatamente balzare in mente il gol di Zola di testa contro la Juventus. Ma portiamo le lancette indietro di un’ora e un quarto circa. Siamo pressappoco alla mezzora della prima frazione di gioco e il punteggio ristagna sullo zero a zero. Bega e Maltagliati sono scafati e scaltri a sufficienza per tenere a bada Trezeguet e Ibrahimovic. Nedved ha vita dura al cospetto del duo uruguayano Lopez-Abeijon. Allora è Zambrotta che a tratti prende l’iniziativa, sulla corsia offensiva di destra per i bianconeri. A seguito di un batti e ribatti, il rimpallo favorisce Agostini che deve fronteggiare l’ex barese. Niente paura. Va con sfrontatezza all’uno contro uno.

Finta di andare via alla sua sinistra, la frenata improvvisa, gira su stesso, ubriaca l’azzurro sbilanciandolo e lo semina con la progressione a grandi falcate alla sua destra. Insieme a Pusceddu e Macellari, “Ago” ha fuori di dubbio la sua nicchia presso i migliori fluidificanti rossoblù dell’ultimo trentennio. Salire di categoria vincendo il campionato è nel suo dna: per lui ben quattro promozioni sul campo, tre dalla cadetteria alla massima serie e una dalla C alla B.

All’interno del poker, non può che spiccare quella rossoblù del duemilaquattro: arrivato in Sardegna a gennaio, va a puntellare la corsia mancina, nella quale il Cagliari aveva accusato qualche battuta a vuoto di troppo. Insieme a già citati compagni di reparto, ai quali va aggiunto Loria, sovente prezioso anche in versione offensiva, blinda il reparto arretrato, sulla cui base mister Reja impernia la scalata verso il Primato, a pari merito col Palermo, che vale il ritorno in A al termine di un interminabile purgatorio durato quattro anni.

Nell’agosto duemiladodici il suo addio al Cagliari è doloroso e turbolento, ma con le due duecentosessantasei presenze rossoblù rimarrà un’intramontabile bandiera.

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