Nella stagione del ritorno in A, Rastelli ha spesso cambiato modulo e interpreti, offrendo una continuità d’impiego ad un numero ristretto di giocatori.

Bruno Alves, Pisacane, Borriello, Sau e Murru rientrano nella categoria di coloro che raramente sono stati messi in discussione. Murru in particolare, se si esclude l’infortunio che per 45 giorni lo ha tenuto lontano dai campi di gioco, è stato il padrone assoluto della fascia mancina, restituendo un rendimento costante, ma che auspica una crescita ulteriore.

Infatti, la concorrenza targata Bittante, Capuano e Miangue, non è riuscita nell’intento di scalzare il terzino sardo dalle gerarchie stabilite dal proprio allenatore ed ostacolare la crescita di un Murru che all’alba delle ventitré primavere, vanta più di cento presenze in maglia rossoblù.

Un traguardo importante, che sottolinea la voglia della dirigenza di costruire un Cagliari identitario coltivando i talenti provenienti dal settore giovanile, delineando la creazione di una squadra dove una base valida e duratura sia formata da interpreti con determinate ed importanti caratteristiche.

Murru, Barella, Deiola e il non più giovanissimo Sau, sono coloro che attraverso lo spirito d’appartenenza e una responsabilità insita nelle proprie origini, sono investiti del compito di incarnare e trasferire valori importanti e imprescindibili nel futuro di un Cagliari che si prefigura come ambizioso e alla ricerca di nuovi traguardi.

Nuovi obiettivi collettivi, ma anche e soprattutto individuali, dovranno riguardare diversi interpreti che vestono la maglia rossoblù. Murru infatti nonostante una crescita lenta ma costante, è chiamato a compiere il definitivo passo in avanti al fine di innalzarsi al più presto al ruolo di certezza durevole e inamovibile, sbaragliando una concorrenza maggiormente stimolante.