Lo vedete quel ragazzo là con la cresta? Quel ragazzo mezzo egiziano e mezzo italiano? Sì, l'ho scoperto io. E quel fenomeno della Juventus, quel ragazzo che conduce la difesa più forte del mondo, tale Leonardo: è roba mia. Vi è piaciuta l'Inter del Triplete vero? E pensare che quei due sudamericani provenienti dal Genova in Italia li ho portati io: ora uno dei due lo chiamano addirittura Principe!

Leggenda (o storia, meglio ancora) vuole che Stefano Capozucca possa pronunciare queste parole senza dire manco mezza bugia, nonostante agli occhi dei più possano sembrare balle in piena regola. Il fatto è che agli El Sharaawy, ai Bonucci, Milito e Thiago Motta si potrebbe aggiungere un'altra sfilza di giocatori inventati, creati, formati e valorizzati dalla mente geniale di uno dei migliori direttori sportivi del calcio italiano.

E a lui si deve anche lo sbarco in Sardegna del più forte centravanti che abbia vestito la maglia rossoblù negli ultimi dieci anni, Marco Borriello. I sedici (and counting) gol del bomber napoletano non sarebbero mai potuti essere realizzati in Sardegna senza la presenza di Capozucca nell'isola, lui che si è portato Marco a presso praticamente in ogni sua esperienza.

È in questi dettagli che si fonda l'importanza di essere Capozucca, per dirla con una citazione di Wildiana memoria. La sua carriera l'ha consacrato ai vertici del calcio italiano, e orbitano attorno a lui centinaia e centinaia di giocatori. Inoltre, sono davvero pochi i direttori sportivi con le sue competenze, calcistiche e non.
Il suo futuro a Cagliari appare, oggi più che mai, incerto. Nelle ultime ore si è fatto largo prepotentemente il nome di Marco Branca come suo successore.

La storia di Capozucca parla per lui, quella dell'ex direttore sportivo dell'Inter allo stesso modo. Avete presente Schelotto e Kuzmanovic?