Dopo il primo incontro tra il Sindaco Massimo Zedda e i rappresentanti della società americana interessata alla costruzione del nuovo Sant’Elia e molto probabilmente all’acquisto della Cagliari Calcio, il primo cittadino è pronto per un nuovo incontro con gli americani, sempre in gran segreto e lontano da sguardi indiscreti, telecamere e cronisti. Indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione parlano di un progetto per la realizzazione di uno stadio da 25/30 mila posti, fruibile anche per gli spettacoli e i concerti, senza centro commerciale, ma comunque da vivere 7 giorni su 7.
Come riporta il giornalista Ignazio Caddeo, i tempi cominciano a diventare stretti. La Lega Calcio è stata chiara: o la capienza del Sant’Elia viene portata a 16.000 posti o il Cagliari emigra a Trieste. Senza dimenticare che bisognerà affrontare il nodo relativo alle tribune in metallo, che per legge possono stare ancora lì fino al 2015, poi bisognerà smontarle. Situazione complessa.
Esilio a Trieste? È possibile, e lo sottolinea anche il giornalista Ivan Paone che qualche giorno fa scriveva sulla sua bacheca Facebook:
“Anche questa settimana niente commissione provinciale per l'apertura dello stadio Sant'Elia. Tanto per intenderci, se a giugno permarrà questa situazione, la Figc non concederà alcuna deroga e il Cagliari sarà costretto a iscriversi a Trieste. Tic tac, il tempo scorre inesorabile.”
Un modo per evitare al Cagliari un nuovo esilio? Rimettere in piedi lo Stadio di Is Arenas; basterebbero poche settimane. Ipotesi suggestiva, forse impraticabile, forse possibile se ci fosse la volontà di tutte le istituzioni.
Che si arrivi ad un accordo: si costruisca uno stadio nuovo ma non si lasci emigrare nuovamente il Cagliari. Is Arenas e lì che aspetta, serve solo la buona volontà. Sempre che esista ancora.