Ok, è stato conquistato un gran punto in casa della (ex) capolista. Per la prima volta in campionato non è stata subita neppure una rete: perfetto. I giocatori hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo dopo una settimana di sangue e lacrime nell’isola. Tutto molto bello, come direbbe il grande Bruno Pizzul, ma proviamo ad andare controcorrente e diciamo che nella squadra rossoblù ci sono ancora tante cose che non vanno, cose che gli ultimi due risultati positivi stanno solo celando. Il punto di Roma - in casa della Roma di quest’anno - è da considerarsi una buona impresa, ma quando guardi le pagelle e vedi che il migliore in campo è stato il portiere, ciò significa che gli avversari sono arrivati al tiro in tante occasioni e solo la bravura di un singolo (come era successo per Conti contro il Torino) ha permesso di portare a casa un risultato positivo.
I più potrebbero obbiettare che all’Olimpico ci può stare che i padroni di casa, ansiosi di riprendere la testa della classifica alla nuova capolista Juventus (ma che noia!), tengano in mano la partita dall’inizio alla fine e concludano tante volte a rete. Obiezione giusta. Ma diciamolo anche senza vergogna: pure stavolta, come contro il Toro, al Cagliari è andata bene (non dimentichiamo nemmeno il palo di Gervinho nel primo tempo, con Avramov inerme).
Per non scambiare una sana ventata di realismo con la critica a tutti i costi, che non è appunto lo scopo di questa disamina, diciamo che un po’ di buona sorte è un elemento cruciale nel gioco del calcio, che vive anche di episodi, e questa buona sorte contribuisce a fare morale, così come la classifica la fanno i punti, meritati o meno che siano.
E comunque, nell’asfittico Cagliari di questi tempi, incapace ancora una volta di andare a segno con un membro dell’attacco (l’ultimo attaccante a segnare è stato Pinilla contro il Catania il 18 ottobre), si sono intravisti dei segnali incoraggianti di crescita, sia nell’insieme chiamato squadra (più corsa complessiva, maggior spirito di sacrificio e ogni tanto le buone trame di inizio stagione) che in alcuni singoli.
Tra i più svettano Avramov, praticamente insuperabile all’Olimpico, e la sorpresa Eriksson, rivelatosi podista grintoso con il tiraccio da fuori sempre in canna. Ibarbo è l’unica delle punte che gioca sempre (e al momento lo merita) ma purtroppo la sua dote di gol per ora resta limitata, non essendo un attaccante vero e proprio. Murru cresce ancora e finalmente Rossettini e Astori non combinano guai nella propria area. Insomma, sia benedetto il punto di Roma, ma bando all’esaltarsi troppo: i punti sono solo 14 (come il Milan!) e ci vuol davvero poco per essere cacciati all’inferno. E nel calcio si sa, il miglior metodo per fare risultati è il morale alto.
Che tradotto significa: un risultato positivo tira l’altro.
Domenica contro il Sassuolo arriva la giusta occasione per proseguire la serie.