Chi oggi viaggia intorno alla quarantina, non ha dimenticato le gesta in rossoblù di Lucio Bernardini. Cinque splendide annate, caratterizzate da amarezze e successi: la delusione per la retrocessione in Serie C1, ma anche il riscatto, con gli interessi, per il doppio salto dalla C alla A. Approda nell'isola nella medesima stagione di Ivo Pulga, nell'estate 1985. Le “bandiere” di quel Cagliari sono Gigi Piras e Bellini, e in panchina siede Renzo Ulivieri. L'avvio di campionato è tutt'altro che entusiasmante; i rossoblù rischiano la retrocessione e la dirigenza richiama per la terza volta il tecnico olbiese Gustavo Giagnoni.
A fine campionato, il pur non esaltante quattordicesimo posto garantisce la permanenza nella cadetteria, ottenuto soprattutto grazie agli otto centri di Capitan Piras. Bernardini dà in pieno il suo contributo alla causa: zero assenze in campionato, indicative di una ferrea disciplina dentro e fuori dal rettangolo verde, che lo hanno preservato da squalifiche e infortuni: il suo bottino personale al termine del primo torneo in Sardegna sarà dunque di trentotto presenze e sei gol. Il rischio della terza serie scongiurato non viene però eluso nel campionato successivo: sarà mestamente ventesimo e ultimo posto in B.
Ma la stagione 86-87 non è tutta da dimenticare. Provvede la Coppa Italia a regalare sprazzi di gioia al popolo sardo: ai quarti di finale atterrano a Elmas Rino Marchesi, insieme a Platini e Cabrini. Il pronostico manco a dirlo è chiuso e l'1-1 al Sant' Elia nella partita di andata fa temere che il ritorno a Torino sarà una vittoria in scioltezza per la Vecchia Signora. Invece finirà diversamente: fino a sette minuti dal termine, come da copione i bianconeri sono in vantaggio.
Ma da tredici minuti ha fatto il suo ingresso in campo Piras, che all'83' fissa il definitivo 2-2. In virtù dei due gol in trasferta passerà il Cagliari, e in semifinale solo Maradona lo eliminerà, con un Napoli che vincerà anche il suo primo scudetto. Il terzo anno di Bernardini a Cagliari è un anonimo undicesimo posto in C, con un Cagliari che sembra ancora per molto tagliato fuori dal calcio che conta.
Invece è proprio nell'estate del 1988 che la rotta viene invertita: insieme a Piovani e Coppola, Lucio porta il Cagliari al primo posto per la promozione in B, vincendo nello stesso anno la Coppa Italia di Serie C.
Le contemporanee partenze dei due bomber sembrano però indebolire il Cagliari, che secondo i media deve lottare per salvarsi, una volta neopromosso. Arriva invece un sorprendente terzo posto che vale la serie A, dalla quale si mancava dal 1983; saranno decisive per la promozione anche le sei marcature di Bernardini, che non gli varranno però la conferma, complice forse il futuro arrivo in Sardegna di Gianfranco Matteoli.