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Il Supramonte, su Gologone e la valle di Lanaitto: tra pinnettos e sentieri alla scoperta di Tiscali

A piedi o in bici, tra grotte e sorgenti alla ricerca di sorgenti e siti preistorici

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Oliena è comune di circa settemila abitanti nella provincia di Nùoro, adagiato ai piedi del monte Corrasi, imponente massiccio montuoso, abitato fin dall’epoca neolitica come testimoniato dai ritrovamenti di numerosi villaggi e tribù nuragiche, in particolare presso la valle di Lanaitto dove nel 1961 venne ritrovato lo scheletro denominato Sisaia ed oggi custodito presso il Museo archeologico del capoluogo barbaricino.
Questo importante reperto, uno scheletro femminile quasi completo alto circa un metro e mezzo, venne rinvenuto dallo speleologo Bruno Piredda all’interno di una grotta in posizione rannicchiata e con un piccolo e modesto corredo funebre che lo fa risalire al periodo della cultura di Bonnanaro, ossia circa tremilacinquecento anni fa, nell’età media del Bronzo.

Il valore di questo reperto è dato anche da un particolare visibile nel cranio, un foro ricalcificato che farebbe ipotizzare una primitiva ma riuscita operazione chirurgica eseguita su una pazienza in vita, e sopravvissuta all’intervento. Lo scheletro poi, dalle analisi eseguite, lascia una importante testimonianza delle condizioni di salute di Sisaia poiché evidenzia diverse patologie quali ad esempio una artrosi della colonna vertebrale e numerose fratture rinsaldate.

Nel cuore del Supramonte tra Oliena e Dorgali inoltre, poi, la spettacolare e suggestiva valle di Lanaitto, con le sue dorsali calcaree che hanno dato origine a doline, canyon e grotte un tempo note solo ai pastori e carbonai ed oggi territorio privilegiato per gli appassionati di trekking e mountain bike.

Tra lecci, aceri, ginepri e olivastri, lungo sentieri tortuosi si trovano i pinnettos, casupole a base circolare costituite da muretti a secco in pietra e copertura a cono, ricoperte da rami di ginepro, un tempo antichi ripari comunitari dei pastori ed oggi riutilizzati da trekker e biker.

Partendo da Oliena e lasciandosi alle spalle il lago Cedrino, la prima tappa del percorso nella valle di Lanaitto è la sorgente di Su Gologone, ai piedi del monte Uddè, la più importante sorgente della Sardegna e monumento naturale dal 1998 e principale risorgiva del sistema carsico del Supramonte.

La sua acqua limpidissima, nel corso dei millenni, ha corroso e scavato le rocce, riaffiorando come un piccolo lago tra le pareti rocciose con una varietà di colori che spazia dal verde smeraldo al turchese, fino ad arrivare al blu profondo, a seconda della penetrazione della luce nelle sue acque profonde.

Data la sua profondità e limpidezza, su Gologone è un richiamo potente per gli speleo sub di tutto il mondo che si cimentano nella sua esplorazione; attualmente il record spetta ad Alberto Cavedon che, nel 2010, l’ha esplorata sino a centotrentacinque metri di profondità.

La sua sorgente, una spaccatura nella roccia dalla quale sgorga perenne una massa d’acqua purissima, con una media di circa cinquecento litri al secondo, origina un breve torrente che alimenta il Cedrino, ed è il punto di partenza per un kayak molto suggestivo poiché, intorno alla fonte è possibile ammirare un boschetto di eucalipti ideale anche per passeggiate e pic-nic.

Ma oltre a questa spettacolare sorgente, il Supramonte con i suoi profondi canyon offre tanto altro ancora poiché racchiude tra i suoi tesori anche perle del calibro del villaggio nuragico di Tiscali o le grotte Cordeddu o, andando verso Dorgali, anche la meravigliosa Ispinigoli.

Partendo invece dall’area verde intorno alla sorgente, incamminandosi lungo un sentiero, si scende in una “conca” ricca di vegetazione nota ai climber per le sue pareti calcaree, e le colonne di basalto note come la cattedrale gotica del Gollei. Da qui un sentiero alberato ci conduce all’imboccature delle grotte Sa Oche (la voce) e Su bentu (il vento), collegate internamente tra loro e molto note agli appassionati di speleologia.

Al loro interno è possibile ammirare gallerie lunghe chilometri, stalattiti e stalagmiti, laghi sotterranei con spiagge sabbiose e sale alte fino a cento metri.

Ad appena sette km dal nostro punto di partenza, dalla sorgente di su Gologone, arriviamo alla valle di Lanaitto nelle cui grotte si trovano importanti testimonianze della vita degli uomini primitivi in Sardegna, gli Homo Sapiens.

Nella grotta Cordebbu (dal nome del leggendario bandito Giovanni Corbeddu Salis, rifugiatosi in questa cavità durante la sua latitanza tra il 1880 ed il 1898, tramandato dalla leggenda popolare come una sorta di Robin Hood sardo) e situata poco più a sud delle precedenti, infatti, furono rinvenute delle ossa umane risalenti ad un periodo tra i tredicimila ed i settemila anni fa, nonché resti di animali attualmente estinti.

Proseguendo il percorso, in un discreto saliscendi, si arriva al villaggio nuragico denominato Sa Sedda ‘e sos carros, poiché un tempo era meta di sosta privilegiata ed il ritrovo dei carri che trasportavano legname. Particolarmente interessante qui l’antico pozzo sacro, in basalto scuro e calcare bianco, con nove teste di muflone scolpite dalle quali sgorgava l’acqua che alimentava una grande vasca.

Attenzione speciale va infine dedicata, in questo tour virtuale nel Supramonte, al Monte Tiscali sulla cui sommità, nascosto alla vista dai ginepri secolari ma accessibile da una fenditura nella roccia, in fondo ad una dolina carsica si trova il villaggio nuragico costituito da capanne circolari risalenti all’età del Bronzo, alcune delle quali “ristrutturate” in epoca romana e riadattate a pianta quadrata.

Il percorso verso il villaggio di Tiscali è un trekking che non va preso alla leggera poiché il percorso, sia che lo si affronti dal versante di Oliena che da quello dorgalese, è una lunga salita di circa due ore di percorso e, dal versante occidentale diviene rapidamente un’arrampicata con notevole pendenza.
In tutta onesta, tuttavia, certamente il sito, ma anche il panorama, ripagano ogni sforzo.

Progetto promosso dalla Regione Sardegna, Assessorato al Turismo

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