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La Chiesa di San Lorenzo a Cagliari, il tempio caro ai cagliaritani a guardia del colle

Dal saluto del Buen Camino all’intitolazione sabauda al Martire diacono di Roma

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Tra le numerose e varie chiese della città di Cagliari ve ne sono alcune che più di altre, e per svariati motivi, risultano essere particolarmente care ai cittadini del capoluogo.

Il legame verso una chiesa piuttosto che un’altra ha indubbiamente ragioni personali e private ma è pur vero che, per Cagliari e per i suoi abitanti, vi sono delle chiese anche simbolo della città stessa.

Una tra queste è la chiesa di San Lorenzo nel viale Buon Cammino.

Precisamente la chiesetta è dedicata ai Santi Lorenzo e Pancrazio ed alla Madonna del Buon Cammino ed ha origini davvero antiche.

L’intitolazione ufficiale a Sanctum Brancasium (San Pancrazio appunto) è infatti documentata nel 1263 ma si ritiene che il nucleo preesistente della chiesa risalga almeno al primo quarto del secolo precedente.

Fu con l’ampliamento della struttura in epoca spagnola che fu estesa anche l’intitolazione alla Madonna del Buen Camino, del Buon Cammino appunto, in quanto, sorgendo proprio poco fuori le mura della città del periodo, a poca distanza dall’attuale Porta Cristina, divenne il punto di sosta per una preghiera benaugurante per qualunque viaggiatore in partenza dal capoluogo.

L’intitolazione invece a San Lorenzo coincide con gli ampliamenti sabaudi del XVIII secolo, grazie ai quali la conosciamo immutata fino ai nostri giorni, nella struttura attualmente in uso ogni domenica mattina e nella giornata del 10 Agosto, giornata dedicata appunto al Santo Martire Lorenzo, uno dei sette diaconi di Roma martirizzato nel 257 sotto l’imperatore Valeriano.

La Chiesa ha un impianto centrale di stile Romanico ma racchiuso all’interno di una sorta di guscio in stile settecentesco costituito dall’atrio di ingresso (a vantaggio del quale venne demolita l’antica facciata) e un piccolo loggiato, unitamente alle cappelle laterali dalle volte a cupola.

Dell’impianto originario restano le due navate divise da archi montati su colonne, sormontate dalle originarie volte a botte della copertura; si è persa purtroppo l’abside originaria sostituita, nei lavori del Settecento, dalle mura cui sono attualmente addossati gli altari.

Le superfici murarie sono composte da conci di calcare, di dimensione medie, della stessa tipologia dei blocchi che costituiscono il campanile.

Ma il fascino e lo spirito che da sempre contraddistinguo questa chiesa restano immutati, nei secoli, agli occhi dei cagliaritani, che continuano ad amarla come uno dei tanti tesori della città.

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