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Tratalias, il borgo abbandonato che vive ancora per residenti e turisti

L’antico centro abitato che sfida il destino e il tempo sotto lo sguardo della sua Cattedrale

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Quando si parla di borghi abbandonati, subito vengono alla mente immagini di casolari fatiscenti e diroccati, strade in dissesto, silenzio e desolazione, e la natura che si riprende i suoi spazi infiltrandosi tra ciò che resta delle attività antropiche.

Tutto vero, è innegabile. Ma questa non è in verità la sorte di tutti i borghi abbandonati. Il vecchio borgo di Tratalias ne è infatti un esempio mirabile, un piccolo gioiellino ospitale e affascinante che continua a vivere a poca distanza dal nuovo centro abitato.

Ebbene sì, un centro che inizialmente si poteva pensare destinato all’abbandono e all’incuria e che invece vive ancora, tutt’altro che abbandonato grazie all’amore ed alla cura dei suoi “ex” abitanti che non si sono rassegnati all’idea di vedere morire la loro storia e le loro radici.

Ripercorrendone la storia, scopriamo che Tratalias è un centro abitato della zona Sud-Occidentale della Sardegna, noto fin dall’epoca prenuragica e nuragica, delle quali restano mirabili testimonianze come i vicini nuraghi e Tombe dei Giganti.

La storia vede il borgo attraversare i secoli diventando fenicio, punico e romano; con la fine del periodo romano, e a causa delle frequenti incursioni saracene, le popolazioni della vicina costa si spostarono nell’entroterra e Tratalias crebbe notevolmente, tanto da ospitare la sede della Diocesi di Sulci, nella Curatoria del Sulcis, ed avviare la costruzione della Cattedrale di Santa Maria di Monserrato.

La sua espansione andò avanti fino sino alla caduta del Giudicato di Cagliari, quando il borgo passo nelle mani dei pisani Della Gherardesca; verso il XV secolo il borgo appariva ormai in decadenza, lo spopolamento era inesorabile e la Diocesi passò ad Iglesias. Nuovo vigore invece si ebbe a partire dal XVIII secolo tanto che, nel 1853, Tratalias divenne ufficialmente un comune dell’iglesiente.

La fine del vecchio borgo invece inizia nel 1954 quando, in seguito alla realizzazione dello sbarramento sul Rio Palmas, venne creato il lago artificiale di Monte Pranu, che doveva servire a portare le acque nelle zone agricole del basso Sulcis. Ma a Tratalias si iniziarono ben presto a evidenziare gli effetti disastrosi dell’opera: dissesti, danni agli edifici, infiltrazioni ovunque, ristagni e problemi igienico-sanitari.

Fu così che nel 1971 se ne decretò l’abbandono e la ricostruzione a poca distanza, ma in una zona più stabile e sicura; in breve tempo Tratalias, che contava circa 1500 abitanti e 300 case, venne ricostruito in piena sicurezza.

Ma gli abitanti non ci stavano a vedere la loro chiesa e le loro vecchie case crollare in totale abbandono e incuria, e così decisero di continuare a prendersene cura, anzi restaurandole e abbellendole come fossero ancora abitate.

E infatti oggi, il vecchio borgo di Tratalias è meta costante di turisti e curiosi, richiamati dalla bellezza e dall’amore che trasuda da quelle case “non abbandonate”, dalle finestrelle con gli scurini aperti in una personale battaglia contro il tempo, più forti di un destino che le voleva scomparse. La chiesa (bellissima struttura in stile romanico pisano del 1200, in calcare e trachite, con il suo bellissimo rosone sopra il portale, e i suoi archetti pensili decorativi) è ancora splendida e maestosa, vivo epicentro del borgo.

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