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Tziu Calli e Tzia Minetta, a Crastu la borgata dei centenari

Tra lavoro e famiglia, fatica e comunità: ecco l’elisir di lunga vita tra i 38 poderi all’ombra di un nuraghe nel Comune di Laconi

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Crastu è un villaggio ETFAS sorto nel 1951 a pochi km da Laconi in seguito alla riforma fondiaria di De Gasperi, una borgata di circa 300 persone (ai tempi migliori, oggi i residenti si attestano sulle 30-40 unità), un piccolo villaggio di 38 poderi ciascuno dei quali comprensivo di terreno da coltivare e casa colonica con giardinetto. Ed un piccolo nuraghe.

Un paesello quasi immaginario immerso tra i campi coltivati, e dotato di scuola elementare, chiesetta, spazio di aggregazione e, strabiliante per i tempi, un cinema.

In un contesto così idilliaco verrebbe da augurarsi “A chent’annos!” e deve essere quello che hanno pensato i cugini Pasquale Massa e Carminetta Piredda quando divennero assegnatari a Crastu.

È qui che hanno vissuto Tziu Calli e tzia Minetta con le rispettive famiglie, coltivando la terra e allevando del bestiame, quel tanto che bastava per mandare avanti la famiglia.

Due vite dedicate al lavoro duro e pesante dei campi ed alle rispettive famiglie, una vita fatta di pochi svaghi ma tanto senso della comunità con la quale condividevano gioie e dolori, periodi floridi e stagioni di magra, sempre insieme, sostenendosi tra loro.

Tzia Minetta, nata nel 1913, è venuta a mancare nel 2017 a 104 anni; madre di tre figli, oltre che dedicarsi al lavoro nei campi ed alla famiglia, era appassionata di ricamo e recitava giornalmente il Santo Rosario.

Tziu Calli, nato nel 1915, è venuto a mancare nell’estate del 2018 alla soglia dei 103 anni; si è sempre dedicato al duro lavoro in campagna e all’allevamento, alla cura degli otto figli avuti con la moglie Anna. Unico vizio della sua vita: il fumo del suo amato sigaro, conosciuto intorno ai 9 anni quando aveva iniziato ad aiutare la famiglia lavorando come pastore.

Una lunga vita accomunata anche dall’estrema lucidità che li ha accompagnati fino agli ultimi istanti della loro vita, e un’ottima memoria che li portava a ricordare qualsiasi piccolo impegno o i ricordi più lontani.

Ed è grazie alla loro memoria che in tanti hanno percorso a ritroso la storia dell’ultimo secolo, così ricca di avvenimenti e innovazioni con lo speciale punto di vista degli occhi degli uomini e donne che quelle vicende le hanno vissute.

Perché in fondo è così, conoscere un centenario è come aprire un libro di storia e fare un viaggio attraverso la loro vita, dura, faticosa e spesso in salita ma vissuta secondo i ritmi della natura, del cibo genuino, della collettività e della famiglia, e della fede.

Memoria e radici di quelle famiglie che hanno portato avanti con sacrifici e tante rinunce ma che poi, a guardarle bene soprattutto attraverso gli occhi dei nipoti e pronipoti, ti fanno capire che la vita ha avuto un senso.

E la Sardegna parrebbe essere una terra particolarmente fortunata dal punto di vista della longevità poiché, secondo recenti studi, si registrerebbe una media di 22 centenari ogni 100 mila abitanti rispetto alla media mondiale di 6 centenari ogni 100 mila abitanti.

Alla luce dei dati viene subito da chiedersi se esista e quale sia il segreto, l’elisir di lunga vita capace di regalare tanti anni in più alle nostre esistenze.

Tziu Calli e tzia Minetta, visti da vicino, non hanno certamente avuto delle vite “facili”, impegnate fin dalla tenera età nel lavoro in campagna, senza troppi agi e frivolezze, troppo impegnati nelle rispettive battaglie quotidiane. Di contro invece, certamente una vita vissuta sempre secondo i ritmi della natura, del lavoro faticoso ma con il sostegno della loro piccola comunità, e con il supporto della fede.

Nessun segreto, nessun elisir quindi. La genetica allora, direbbe qualcuno. Di sicuro sono tantissimi gli studiosi al momento impegnati sui Centenari di Sardegna, alla ricerca del segreto che li accomuna e che li rende un caso quasi unico al mondo, testimoni della storia.

Ma qualunque segreto la scienza sia in grado di rivelare, sia oggi che mai, il vero elisir di tziu Calli e tzia Minetta lo avevano già scoperto, inconsapevoli e involontari, da tanto tempo nella loro vita faticosa ma serena, lontano dallo stress e dal logorio dei ritmi del vivere moderno, in un borgo senza tempo.

E quando, in una qualsiasi borgata di Sardegna, ci sentiremo chiedere “Nepod’e chini sesi?” non dimentichiamo mai di essere figli e nipoti di uomini e donne come Pasquale e Carminetta che hanno fatto tesoro della loro vita semplice, rendendola ricchezza per gli altri e sublimandola. Siamo figli e nipoti di questa terra e di questi giganti.

E se venisse voglia di scoprire questo piccolo scrigno, per arrivare a Crastu, da Cagliari, lasciate la SS 131 al bivio per Furtei e proseguite sulla SS 197 in direzione Nuragus; da qui proseguite sulla SP 16 e, prima dell’ingresso per Genoni, deviate sulla SP16 bis, direzione Laconi. A questo punto davvero pochi Km vi separano dalla Borgata Crastu, la borgata dei centenari.

Per qualsiasi informazione turistica, https://www.comune.laconi.or.it/index.php/vivere/cultura/46

(Nella foto Ziu Calli con la moglie Anna)

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