Tra i momenti indubbiamente più sentiti della religiosità sarda, i riti legati alle festività pasquali sono tra i più intensi e intensi. In tutta l’isola fervono i preparativi per partecipare, quest’anno purtroppo solo spiritualmente, e rendere omaggio alla Resurrezione di Cristo, in una commistione di riti pagani e cristiani, tra eredità spagnole e usanze locali.
Innanzitutto il nome, Pasca Manna, la Pasqua Grande per differenziarla da sa Paschixedda, la Pasqua piccola per identificare il Natale, due momenti fra i più sentiti e vissuti dai cristiani.
Le celebrazioni iniziano il venerdì precedente la Domenica delle Palme, per terminare il giorno della Santa Pasqua con la processione de S’Incontru, simbolo dell’incontro tra il Cristo Risorto e sua madre, la Vergine Maria.
Nella giornata della Santa Pasqua, gli altari si rivestono a festa e, tra i tanti, c’è un simbolo molto particolare la cui origine va ricercata nell’antico mito fenicio del dio Adone che celebrava la morte e rinascita della natura. A questa tradizione si fa risalire, nel giorno del Mercoledì delle Ceneri, la semina del grano, su Nenniri, posto in piccoli vasi o nella bambagia e tenuto rigorosamente al buio per essere posti sugli altari dal Giovedì Santo.
Ogni località dell’isola si caratterizza per i propri riti e tradizioni, quasi ovunque celebrati al crepuscolo, con costumi tradizionali e canti che, in un effetto crescente, amplificano l’effetto suggestivo legato alla Passione di Cristo ma anche, paganamente, ai cicli della natura e della campagna.
Le celebrazioni vengono curate e seguite con il supporto di antiche confraternite; a Cagliari ad esempio si trovano l’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso presso la Chiesa di San Giacomo, l’Arciconfraternita della Solitudine, presso la Chiesa di San Giovanni Battista e l’Arciconfraternita del Gonfalone sotto l’egida di Sant’Efisio Martire, presso l’omonima chiesetta stampacina.
Ricordando i riti della Settimana Santa partiamo dal mercoledì santo quando le consorelle del Santissimo Crocefisso vestono la Madonna Addolorata mentre da Stampace, a cura degli Artieri e dell’associazione Cuccurus Cottus, parte la Processione dei Misteri che fa sosta in Sette Chiese, partendo da San Michele e includendo la Cattedrale.
Il giovedì, a San Giacomo il simulacro del Cristo è inchiodato alla Croce seguito dall’Adorazione di Cristo; stesso rito avviene nella chiesa di San Giovanni Battista mentre dalla chiesetta di Sant’Efisio l’Arciconfraternita del Gonfalone parte la processione delle Sette Chiese con Sant’Efisio listato a lutto.
Il Venerdì Santo l’evento cruciale è certamente la processione che accompagna il Cristo morto dalla chiesa di San Giovanni alla Cattedrale mentre da San Giacomo parte invece la Processione verso la Chiesa di San Lucifero e da Sant’Efisio parte una processione per le vie del quartiere.
Il momento di raccoglimento del Sabato Santo è su Scravamentu, quando il Cristo viene deposto su una lettiga e ricoperto da un velo leggero, ed esposto nel pomeriggio presso la Chiesa di San Giovanni.
La Mattina della giornata di Pasqua, le celebrazioni raggiungono il loro culmine con S’incontru dove, arrivando da parti opposte, il Cristo e la Vergine si incontrano, la Morte è sconfitta. La luce torna, potente, nelle nostre vite.