Cagliari, quasi mezzo secolo senza Champions: ecco com'è cambiata negli anni

Dell'eliminazione diretta al nome, tanti i cambiamenti nella formula

Luca Neri
03/11/2016
Approfondimenti
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Serate di Champions. Serate in cui il Napoli sbatte contro il Besiktas e la Juventus si infrange contro il Lione. Serate in cui torna alla mente il Cagliari, vi si chiede se e quando i sardi ricalcheranno quel palcoscenico,  e si pensa a quell’unico volta in cui lo pestarono. 

Correva l’anno 1970, un Cagliari fresco fresco di scudetto si affacciava per la prima volta in Europa.  Ai nastri di partenza trentadue squadre, esattamente come ora, ma con una formula decisamente diversa. Nessun girone eliminatorio, si partiva subito con l’eliminazione diretta: sedicesimi di finale, ottavi, quarti, semifinali e finalissima in campo neutro.

Anche la denominazione era diversa: non Champions League, ma Coppa dei Campioni. A darsi battaglia le vincenti si trentadue campionati europei. Nessuna seconda classificata, nessun ranking e nessun Paese privilegiato.  Una cipriota come una spagnola, un’inglese e una islandese. Non a caso i risultati del primo turno furono imbarazzanti. Dai quattordici gol complessivi del Celtic ai finlandesi del Kokkolan Palloveikot ai sedici del Borussia M’gladbach all’Epa Larnaca.

Andò peggio al Cagliari, che se la vide coi francesi del Saint Etienne. Ciononostante i sardi archiviarono la pratica con un sonoro tre a zero casalingo che rese inutile lo zero ad uno subito oltralpe. Il sogno rossoblù si concluse agli ottavi con l’Atletico, con Riva che si infortuna e il 2-1 dell’andata che viene vanificato da un treno a zero in salsa madrilena.

Quell’anno la coppa fu vinta dall’Ajax in finale con il Panathinaikos, due squadre che quest’anno si son fermate addirittura ai preliminari.

In 45 anni è cambiato tutto, ma il sogno europeo ancora luccica…

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