Non ci possono essere giustificazioni. Ci può stare una domenica storta. Una domenica dove si perde (in malo modo) contro una Fiorentina che doveva vincere a tutti i costi a Cagliari, per dare una svolta in questo inizio di campionato.
Come si può perdere a Roma, contro la Lazio. Ma nove gol subiti in due partite è una cosa inaccettabile. Dalla partita di Milano è cambiato qualcosa. Qualcuno potrebbe dire che la squadra abbia peccato di presunzione, che vi sia più un problema psicologico, un possibile appagamento che si può presentare dopo tre vittorie consecutive.
In realtà la questione è un’altra. L’impressione è che non si tratti di un calo fisiologico ma è probabilmente un problema di natura tattica. Sembra che il Cagliari, dopo San Siro, abbia cambiato drasticamente impostazione tattica con il quale approcciare alla partita. Se a Milano il Cagliari era partito con un atteggiamento prudente, per poi colpire in contropiede, con la Fiorentina e con la Lazio è partito all’arrembaggio e ha rimediato due clamorose “débâcles”, subendo nove reti (che sommate alle 14 fanno del Cagliari la peggior difesa del campionato). E il tutto, a causa di un eccessivo sbilanciamento iniziale.
Quello che più preoccupa, è che il Cagliari in ultime due partite ha smesso di giocare come ha fatto in questa prima parte di campionato. Non sembra più quella squadra compatta che si difendeva in modo ordinato per poi attaccare in contropiede e ripartire palla al piede. Contro la Lazio i rossoblù si sono sbilanciati troppo. E lo hanno fatto in trasferta, contro una squadra che se riparte fa male con quei tre là davanti. E così è accaduto. La Lazio ha colpito in contropiede con Keita, Felipe Anderson e Immobile.
Forse se il Cagliari avesse giocato con un atteggiamento più cauto non avrebbe subito un’altra sconfitta così umiliante a pochi giorni da quella del Sant’Elia. Invece è stata una Caporetto.
Una disfatta. È andato tutto male. Se poi ci mettiamo gli errori individuali a venti metri dalla porta, l’infortunio di Murru e le troppe lamentele di alcuni giocatori ogniqualvolta un compagno sbaglia, allora piove ancor di più sul bagnato.
Col Palermo serve ben altro. Serve il Cagliari che incantava fino a una settimana fa, quel Cagliari che ha strappato applausi contro l’Inter, Sampdoria, Atalanta e Crotone, quella squadra compatta che se gioca come sa fare mette in difficoltà chiunque. Il Palermo non avrà grandi nomi e sarà anche inferiore sulla carta al Cagliari. Ma sanno giocare a calcio.
Cagliari avvisato. Dalla prossima non puoi sbagliare. E se si sbaglia, c’è modo e modo.