Prestazioni da protagonista, e da qualche settimana una fascia da Capitano sul braccio che conferma il suo ruolo di punto fermo e leader del Cagliari. Marco Sau è stato intervistato nel corso della trasmissione di Radiolina, "Il Cagliari in diretta".
Ecco le sue dichiarazioni:
"La canzone che mi hanno dedicato? Non so chi l'abbia inventata. A me San Siro porta bene e anche al Cagliari. Stiamo attraversando un buon momento e sono i primi punti in trasferta, siamo contenti.
Nel ritorno in aereo non è successo niente, a parte i due selfie di Salamon. Nello spogliatoio abbiamo urlato e ci siamo sfogati. Salamon cerca sempre un bersaglio per i suoi tag: l'anno scorso era Deiola, quest'anno Munari. Ma con lui è dura.
Non è facile essere profeta in patria. L'anno di Is Arenas è stato molto importante, poi è stato difficile ripetermi. Quando non puoi esprimerti come vorresti fai doppia fatica, emotivamente e fisicamente. Alcune volte ho affrettato i tempi ed è lì che ho sbagliato. Poi non siamo delle macchine, siamo uomini.
Quando giocavo fuori pensavo sempre a giocare bene per tornare, un giorno, a casa. Il giorno della prima partita in panchina con il Cagliari, con Giampaolo, mentre mi scaldavo per entrare in campo, ho capito davvero cosa significava essere qua.
Queste vittorie, in rimonta e soprattutto contro l'Inter, hanno davvero tanto valore. Quando segno non so cosa penso: tutto e niente. Il rigore contro l'Inter? Assurdo!
Me la cavo molto bene con il sardo, però lo parliamo poco nello spogliatoio. Il rigore all'Inter? Non ho capito nemmeno io cosa è successo, assurdo! Infatti sono andato a chiedere spiegazioni all'arbitro e mi ha detto quello che gli ha detto Icardi. Siccome siamo una squadra piccolina...
Mi ricordo benissimo la partita con la Fiorentina nell'anno della retrocessione, ero in tribuna dopo l'infortunio. Avevamo creato tanto, come sempre in quella stagione, ma non riuscivamo a fare risultati.
Cossu e Dessena mi chiamano Ciscky, come un personaggio di Italia's Got Talent, per uno scherzo nato durante gli allenamenti.
Nel Cagliari ci sono tanti capitani, la fascia è solo una formalità. Il capitano, comunque, è sempre Dessena. Fa piacere la fascia, ma non è ancora il mio momento. Mi riempie di orgoglio.
Segnare al Sant'Elia sotto la Nord è bellissimo, anche perchè i tifosi ci spingono e ci incitano per tutta la gara. Borriello? Io vedo il ragazzo che sta in campo con me ed è un ragazzo serio e che si impegna. Mi ha dato l'impressione di essere un bravo ragazzo e, come me, è molto introverso. In campo ci troviamo molto bene".