Ecco Borriello, il vagabondo del pallone con il gol nel DNA

Arriva a Cagliari il quinto attaccante a disposizione di mister Rastelli

Luca Neri
04/08/2016
Approfondimenti
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Lo vedi e sembra il classico ragazzo che ha avuto vita facile: ciuffo perfetto, sguardo da seduttore, fisico scolpito e tatuaggi da tamarro, decine di veline e soubrettes sotto le coperte, la bella vita estiva, il cash in tasca. L'apparenza inganna ragazzi.

Marco Borriello è il più classico dei self-made men, uno che si è fatto da solo con l'abnegazione e la voglia di arrivare. A 11 anni è rimasto orfano del padre Vittorio, ucciso dalla camorra, rimanendo solo con la madre e i due fratelli. Ha capito che il calcio era la sua vocazione, ha fatto il possibile ed è arrivato. Dopo tanta, tantissima gavetta.

Oggi Marco è un nuovo giocatore del Cagliari, la tanto agognata quinta punta annunciata da mesi. Un acquisto d'esperienza e di livello assoluto per i rossoblù. Prima di vestire il rossoblù, però, udite udite: Triestina, Treviso, Empoli, Milan, Reggina, Sampdoria, Treviso, Milan, Genoa, Milan, Roma, Juventus, Genoa, Roma, West Ham, Roma, Genoa, Carpi, Atalanta, Cagliari. Diciannove cambi di maglia in quindici anni da professionista, un giramondo del pallone che ha vissuto la sua consacrazione a partire dalla prima esperienza genovese.

Fu un'annata meravigliosa, con Borriello in testa alla classifica marcatori per tutto il campionato salvo essere superato sul filo di lana da Del Piero e Trezeguet, non i primi che passano. I diciannove gol convinsero il Milan (che deteneva la proprietà della metà del cartellino) a riscattarlo dal club ligure per 7,5 milioni più il cartellino, guarda caso, di Davide Di Gennaro.

Dopo un anno in cui non ha quasi mai visto campo, complici numerosi infortuni, con Leonardo in panchina ha contribuito a creare quel Milan spettacolare del 4-2 e fantasia che andò vicino allo scudetto nonostante un Inter cannibale. Ispirato da Ronaldinho, Seedorf, Pato e compagnia Marco torna quello di Genova e timbra il cartellino 15 volte, diventando l'attaccante più conteso della successiva finestra di mercato.

Tra Roma e Juve se lo aggiudicano i primi, con cui inizierà molto bene salvo calare col passare del tempo. Quando poi andrà finalmente alla Juve, un anno e mezzo dopo, siamo nel Gennaio 2012, e Marco è ancora mal visto dai supporters bianconeri per la scelta giallorossa. Ciononostante risulterà decisivo per la conquista del primo scudetto dell'era Conte.

La gloria per lui non finisce, perché a Genova troverà ancora l'ambiente per andare in doppia cifra, e tra Carpi e Atalanta andrà vicino persino alla convocazione in nazionale a 34 anni.

Non la guadagna ma trova l'ingaggio del Cagliari, che ora ha una freccia in più nel suo arco. Oltre alla notevole esperienza, Borriello è un attaccante forte fisicamente e molto mobile. Bravo sia di testa che coi piedi ed in acrobazia, è molto utile per far salire la squadra col suo gioco di sponda.

Oltre alle 269 presenze in A vanta sette gettoni con la nazionale.

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