È stato tutto facile. D'altronde quando il bullo ruba la merenda a quelli di trenta centimetri più bassi di lui e con le spalle ben più strette ha vita facile. Ma questo giochino non può andare avanti in eterno. Prima o poi se la dovrà prendere con quelli della sua stazza.
Così il Cagliari, che dopo un anno di passaggio in cui ha dimostrato di essere fuori categoria in B è chiamata al grande salto in A. La squadra sì, ma anche i singoli.
Uno su tutti, Diego Farias, il funambolo di Sorocaba. Il 17 rossoblù ha dimostrato di non c'entrare nulla con la cadetteria, risultando immarcabile se in giornata. Aveva già dato prova di questo in passato, ma ha sempre ciccato l'appuntamento con la consacrazione nella massima serie. Ora la grande chance, forse l'ultima. Prendere o lasciare, to be or not to be, a 26 anni o sfonda o resta nel limbo.
Occasione che si presenterà nuovamente a Joao Pedro. Arrivato a Palermo in A a 18 anni, non aveva praticamente visto campo. Dopo aver girovagato è sbarcato due estati fa nell'isola, e al suo primo anno da protagonista (o aspirante tale) si è rivelato un flop clamoroso. Poi la fragorosa detonazione in B, dove è spesso stato un fattore per il Cagliari, specie in casa. Ora ha ancora la possibilità di dimostrare che Joao non è tutto fumo e niente arrosto.
Proseguendo troviamo Salamon: da ragazzino era considerato un crack, il Milan fece follie per assicurarselo. Ha deluso, poi a Pescara prima e a Cagliari poi è tornato grande: Euro 2016 conquistato, ora si cerca la conferma nel calcio che conta.
E che dire di Di Gennaro, sempre protagonista in B, sempre bocciato in A. L'etichetta da fenomeno di serie B deve essere scrollata di dosso.
Etichetta che ha contraddistinto gli esordi di Giannetti, considerato a Torino come uno dei tanti successori di Del Piero. Niccolò ha sempre giocato le sue carte in B, ma ora avrà la grande occasione.
P come ce l'avrà Melchiorri, un autentico bomber della seconda serie. Un Luca Toni o un Borgobello?
In tanti chiamati al grande salto. La rincorsa è stata presa.