Sguardo da killer, aria da "meglio cambiar strada". In campo grinta da vendere, cuore, cattiveria agonistica portata ai massimi livelli. Signore e signori, Bruno Eduardo Regufe Alves, per tutti semplicemente Bruno Alves.
È lui il primo colpo estivo di questo Cagliari, un acquisto dalla portata internazionale per i rossoblù. Basti pensare alle 47 gare disputate in Champions League e alle 84 in nazionale per accorgerci dell'esperienza di questo mastino della difesa. È arrivato con la fama del duro, del cattivo, e in effetti i 113 cartellini gialli messi insieme in carriera non possono essere un caso. Fa specie, invece, come siano "appena" 8 le espulsioni, segno del fatto che trattasi di un giocatore che non bada a complimenti ma che sa anche limitare la sua irruenza per non lasciare la sua squadra in dieci.
Di origine brasiliana, proviene dal vivaio del Porto. Ha girato in prestito dall'età di 18 anni arrivando anche a esser girato all'Aek Atene prima di esordire con la prima squadra dei Dragoes nel 2005. Inizialmente chiuso da Ricardo Costa e Joao Paulo, è stato lanciato dal tecnico Jesualdo Ferreira insieme con quel Pepe che non più tardi di due settimane fa ha sollevato al cielo "l'Undecima". Da quel momento in poi è diventato una colonna del club lusitano conquistando ben presto la nazionale. Nell'estate del 2009 è stato molto vicino all'Inter di Mourinho che avrebbe poi centrato il Triplete, salvo restare in Portogallo per esser ceduto l'estate dopo allo Zenit San Pietroburgo per la cifra monstre di 22 milioni. Dopo 100 gettoni col club ha firmato col Fenerbache un triennale che ha visto la sua scadenza proprio qualche giorno fa.
Il Cagliari è stato abile ad anticipare tutti e convincere Bruno Alves a sposare il progetto tecnico di Rastelli, battendo anche la concorrenza del Porto che spingeva per il suo ritorno.
Ha all'attivo un fantastico palmares che vede la presenza di ben sette titoli nazionali ed è attualmente membro della selezione portoghese che disputerà i prossimi Europei.