A volte non è necessario ricordare la carriera di un calciatore. A volta basta solo il nome. Romeo Menti muore il 4 maggio 1949, in quel giorno che tutti conosciamo, quello in cui un aereo si schianta contro quella maledetta collina di Superga, ed insieme ad esso si schiantano le ambizioni di una delle squadre più forti di sempre: il Grande Torino. Fu proprio Menti a segnare l’ultimo gol di quella squadra, in quell’amichevole contro il Benfica, un giorno prima di passare a miglior vita.
A lui, nato e cresciuto a Vicenza, viene intitolato lo stadio della sua città nello stesso anno della sua morte, dopo quel suo ultimo gol.
Lo stadio in realtà è vecchissimo: la sua inaugurazione risale addirittura al 1935, con i lavori iniziati nel ’34. Inizialmente il nome era “Campo Sportivo del Littorio” e Menti, allora sedicenne, giocò titolare nella partita di inaugurazione contro il Soroskar, squadra ungherese.
Per molti anni l’impianto diventa inutilizzabile perché devastato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e ritorna praticabile nel ’45.
Inizialmente ospitava circa 17000 spettatori, per poi arrivare a più di trentamila, sino al picco dei 31023, record ancora imbattuto, del 1978 durante un Vicenza-Juventus. Era il periodo glorioso del Lanerossi Vicenza, il periodo più aureo della storia del club, con il secondo posto in campionato ed un certo Paolo Rossi in attacco.
Negli anni ’90 il numero dei seggiolini calò sensibilmente a causa delle crescenti e sempre più restrittive norme di sicurezza, arrivando a circa 21000 posti a sedere, per poi scendere ancora nel 2010 a causa dell’eliminazione di una intera Curva. È la normale conseguenza dell’età di uno stadio ottantenne, che oggi ospita appena 13000 spettatori.