“Una terra, un popolo, una squadra”. Una frase che riassume al meglio il senso di ciò che è il Cagliari. Molto più di un semplice club, molto più di una normale compagine calcistica.
Il Cagliari è davvero qualcosa di speciale. “Il Cagliari non si discute, si ama”, usano dire in tanti. Ed invece il Cagliari si discute proprio perché lo si ama.
I colori rossoblù, i 4 mori sul petto, sono un simbolo. Un simbolo sportivo straordinario, capace di rappresentare un intero popolo sparso in tutto il mondo. Non solo una passione. Di più: una carezza, un sorriso nei momenti più difficili. Questo è il Cagliari!
Si sono presentati in 15.637, sabato al Sant’Elia, nel giorno della gara più importante della stagione. Quella che ha di fatto sancito “lo strappo” (probabilmente decisivo) verso la riconquista della Serie A.
Perché è lì che il Cagliari e i suoi tifosi meritano di stare. È lì che il popolo sardo merita di respirare.
Al pienone dello stadio si è aggiunto l’esercito di coloro che hanno seguito la gara attraverso la tv e la radio. In ogni parte del mondo, così nelle case come negli ospedali e nelle carceri.
In luoghi di gioia e in altri di sofferenza. Ecco, come detto: il Cagliari come una dolce carezza. Un momento di conforto, un sorriso per i più deboli, per i malati. Una dolce distrazione nei momenti più difficili che la vita - inevitabilmente - prima o poi ti sbatte in faccia.
Qualcosa di straordinario. Un sentimento da custodire gelosamente, “offerto” soltanto “in affitto”, a chi oggi ha il meraviglioso onore (e onere) di guidare al meglio la nostra squadra del cuore. La squadra di un popolo fiero ed orgoglioso sparso per il mondo.
#ForzaCasteddu!