Il coraggio e la risposta

Rastelli ha stupito schierando Barella dal primo minuto: dal canto suo, il giovane centrocampista ha messo sul campo una grande prestazione

Marco Castoni
07/12/2015
Approfondimenti
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Chi ancora non conosceva a fondo Rastelli, sta imparando di partita in partita a capirne pregi e difetti. Di certo l’ex allenatore dell’Avellino non manca di coraggio e personalità, tutte caratteristiche lo portano a perseguire le sue idee ed effettuare le derivanti scelte, senza mai doversi preoccupare di conseguenze o di dover dare eccessive giustificazioni.

Una conclusione ovvia di tale carattere è svelata dal mutare quasi costante dell’undici rossoblù, sempre alle prese con cambi di ruolo ed interpreti. In questa frenetica girandola, nel match di domenica ha avuto la sua occasione anche Nicolò Barella; il diamante più splendente e tutto ancora da scoprire di un settore giovanile che ha nella primavera un nuovo e rinnovato serbatoio di talenti. Eppure sino al match contro il Como di Festa, il talentino classe ’97 aveva racimolato solo briciole di partita, riuscendo comunque ad essere protagonista costante con l’Under di Vanoli. Nonostante ciò, con la tempra che lo contraddistingue è entrato nel suo Sant’Elia dimostrando di avere un’età decisamente superiore rispetto a quella che recita la carta d’identità.

Voglioso di guadagnarsi altre e meritate chance, ha dimostrato di saper abbinare qualità alla quantità, riuscendo a trascinare compagni ben più esperti e navigati di lui. Probabilmente la forma ancora non è quella necessaria per poter affrontare una partita intera, ma entrare in pianta stabile nelle rotazioni può essere l’inizio di un percorso lungo e ricco di soddisfazioni. Il centrocampista sardo è ancora giovane, ma di fatto dimostra un’indubbia personalità, poco timorosa e per niente preoccupata delle responsabilità che conseguono dal vestire la maglia della propria città.

A seguito dell’infortunio di Dessena sono venuti a galla diversi nomi indiziati della sua sostituzione, ma con un Barella così, siamo sicuri che sia necessario costringere Capozucca a guardare altrove?

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