Quando si rema in una direzione, è sempre un trauma quando uno dei tanti impegnati nel remare è costretto a soccombere. La barca rallenta, quasi sempre. Figuriamoci quando a fermarsi è il capitano dell’equipaggio, il primo faticatore, colui che dà l’esempio alla ciurma.
Ora, la barca abbiamo detto che perderà velocità, abbiamo detto che avviene quasi regolarmente. Ma ci sono le dovute eccezioni. Perché a volte l’equipaggio si sente responsabilizzato dall’assenza del numero uno, e si vede quasi moralmente costretto a non deluderlo.
E allora inizia a remare ancora più forte, tanto forte non solo da compensare l’assenza del leader, ma addirittura da riuscire ad andare ad un’andatura superiore a quella avuta in precedenza.
Il parallelismo credo sia chiaro: certo fa male l’assenza di Capitan Dessena, ma spesso in questi casi le squadre riescono a tirar fuori il meglio di sé. Il Cagliari ha reagito rabbiosamente all’infortunio di Daniele e iniziato (vedi Sassuolo) a giocare quasi per vendicarlo, quasi a dimostrare di poter essere più forti di qualsiasi avversità.
l gruppo spesso si cementifica in questo modo, lottando insieme nei momenti difficili e superandoli coralmente.
Ora, c'è il Como: sotto a chi tocca!